sabato 8 ottobre 2022
Il giorno dopo l’incidente, il dolore condiviso di familiari e amici dei cinque disabili morti in Veneto. Il cordoglio del vescovo Lambiasi. Per le vittime un unico funerale
Venerdì alle 16 un tamponamento spezza la colonna di veicoli che percorrono l’A4 all’altezza del casello di San Donà del Piave e il Ducato con a bordo i ragazzi disabili della coop Cuore21 di Riccione va a sbattere contro il Tir che lo precede

Venerdì alle 16 un tamponamento spezza la colonna di veicoli che percorrono l’A4 all’altezza del casello di San Donà del Piave e il Ducato con a bordo i ragazzi disabili della coop Cuore21 di Riccione va a sbattere contro il Tir che lo precede - Ansa

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Un cuore solo, immenso, smembrato dal dolore per la morte di cinque angioletti e di uno dei “tutor” che li accompagnavano. Amici, uniti al loro destino, fino all’ultimo.

Riccione è sconvolta, sgomenta, per la fine improvvisa in quel tratto “maledetto” dell’autostrada A4 dove si muore quasi ogni giorno, di Francesca Conti, Maria Aluigi, Valentina Ubaldi, Alfredo Barbieri e Rossella De Luca, i ragazzi disabili che animavano l’associazione Cuore21, un bene prezioso per la città sulla riviera romagnola, una piccola fabbrica di solidarietà e di aiuto reciproco. Amati e coccolati da tutti, quei ragazzi, con la sindrome di Down, dalla risata contagiosa e le maniere spicce, teneri e scrupolosi, sempre entusiasti di fare, con una marcia in più degli altri. “La bellezza di essere unici” è lo slogan che li teneva uniti tra loro e al tessuto sociale della città. Erano alla loro prima uscita. Sono saliti in Cielo assieme al 63enne Massimo Pironi, il “gigante buono”, ex sindaco, ex consigliere regionale e volontario dell’associazione, che venerdì pomeriggio era alla guida del Ducato finito sotto il rimorchio di un Tir. «Condividere non è mai facile ma porta dei risultati straordinari in primo luogo a noi stessi», aveva postato sui social giorni prima di morire. «Un testamento spirituale» hanno detto gli amici. E con loro c’era Romina Bannini, 36 anni, educatrice e socia fondatrice della cooperativa, arrivata in condizioni disperate all’ospedale di Treviso e che lotta ancora tra la vita e la morte, un filo sottolisssimo.

Nel violentissimo schianto sono morti sul colpo l’autista e le altre cinque persone a bordo del furgone. L’educatrice rimane ferita e lotta per ore in ospedale tra la vita e la morte

Nel violentissimo schianto sono morti sul colpo l’autista e le altre cinque persone a bordo del furgone. L’educatrice rimane ferita e lotta per ore in ospedale tra la vita e la morte - .

Sei vittime nello schianto vicino allo svincolo per Trieste. Una strage. L’ennesima. Non si sono salvati, rimasti schiacciati tra le lamiere contorte del pullmino donato dai Lion’s al Centro21, di cui Cuore21 è l’unità operativa. Uno strazio, la loro scomparsa, avvenuta proprio la sera in cui avrebbero dovuto partecipare a un incontro a Lauco, in provincia di Udine, per raccontare a un Forum con delle realtà sorelle i loro progetti, realizzati con successo, di inserimento sociale e lavorativo. Vite e storie spezzate. Francesca, 26 anni, lavorava dal 2017 come barista alla caffè-pasticceria Pastrocchio di via Cortemaggiore, vicino al lungomare. «Era una della nostra famiglia, affrontava tutti i problemi che si presentavano con un’allegria quasi contagiosa» commenta il responsabile del personale del bar. Valentina invece, 31 anni, faceva la banconista nella “Gelateria da Gigi” di piazza Matteotti. «Carissima, oggi non sei venuta a lavorare perché dovevi andare in gita... ed eri così felice di questo... Lasci un vuoto tremendo» scrivono i suoi colleghi sui social. Maria, 34 anni, era la figlia di Cristina Codicè, presidente e cofondatrice della coop, nel 1993: «Voglio sapere come è morta mia figlia», è stata la sua prima reazione dopo l’ondata di dolore che l’ha travolta. Alfredo e Rossella stavano insieme: lui 52 anni, modenese appassionato di pallavolo, svolgeva un impiego nel Centro Zaffiria di Rimini che si occupa di tutela dei disabili, lei aveva 37 anni: la sera prima di partire avevano festeggiato il secondo anniversario del loro fidanzamento ufficiale. «Sei la mia regina, sei la mia vita» le aveva scritto nell’occasione Alfredo su Facebook. I vigili del fuoco che hanno estratto i loro corpi dall’abitacolo del pullmino li hanno trovati seduti uno accanto all’altra, come strappati con violenza dal loro ultimo abbraccio.


Sabato mattina all’alba la sindaca della cittadina romagnola, Daniela Angelini, l’assessore comunale al Bilancio Alessandro Nicolardi, il parroco don Alessio Alasia, e due psicologi hanno accompagnato i familiari delle vittime all’obitorio dell’ospedale di San Donà del Piave, dove i corpi della ragazzi e dei due accompagnatori sono stati composti in attesa di tornare a casa (con il placet del magistrato che conduce l’inchiesta sull’incidente potrebbe accadere domani). I parenti hanno espresso il desiderio di celebrare tutti insieme i funerali, in un unico momento. L’amministrazione ha disposto tre giorni di lutto cittadino, che si concluderanno oggi e sarà ripetuto nel giorno delle esequie.

E stasera alle 21, nella chiesa di San Martino, veglia di preghiera per le vittime presieduta dal vescovo di Rimini Francesco Lambiasi il quale ieri con un messaggio ha espresso «cordoglio, vicinanza e affetto nei confronti di tutte le famiglie coinvolte e dell’intera città». Anche i parroci di Riccione, che parteciperanno alla veglia, hanno fatto sentire la loro voce: «affidiamo i ragazzi nella preghiera alla misericordia di Dio ed imploriamo Cristo, Signore della vita, affinché le famiglie e gli amici in lutto trovino consolazione e fiducia, e vengano accompagnati dalla Benedizione e dalla pace di Dio».




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