martedì 19 maggio 2015
Funzionari dell'Antitrust e militari della Guardia di Finanza , hanno eseguito ispezioni nelle sedi della Lega Serie A, di Infront e negli uffici di Sky e Mediaset, in merito all'assegnazione dei diritti tv della serie A  (2015-2018).
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​La Guardia di finanza ha effettuato tra Roma e Milano una serie di ispezioni nelle sedi della Lega calcio di serie A, di Sky e di Mediaset. L'attività, d'intesa con l'Antitrust, è finalizzata a verificare la presenza di un eventuale accordo, lesivo della concorrenza, nella vendita dei diritti tv delle stagioni calcistiche 2015-2018, vendita curata dalla Lega nell'estate del 2014. L'assegnazione dei diritti tv per le stagioni in questione risale al 26 giugno 2014 e arriva dopo settimane di trattative e accuse incrociate tra i concorrenti e una delle assemblee di Lega più lunghe della storia. Con il sì di tutti i club e l'astensione della sola Fiorentina, il pacchetto A (quello che assegna in esclusiva le partite delle otto principali squadre italiane sul satellite) va a Sky Italia che ha presentato un'offerta di 357 milioni. I pacchetti B (quello che assegna le partite delle otto squadre più importanti sul digitale terrestre) e D (che vede inclusi gli scontri tra le altre 12 squadre di serie A) vengono aggiudicati a Rti (Mediaset) rispettivamente per 280 e 306 milioni. Alla fine, la rete di Murdoch mantiene l'esclusiva satellitare di tutte le 380 partite della stagione di serie A (per 572 milioni di euro l'anno) acquisendo le partite inserite nel pacchetto D da Mediaset mentre il Biscione si garantisce la diretta di 248 match, con tutte le big, in campo (373 milioni di euro) sul digitale terrestre. Risultato: la Lega Calcio ottiene 943 milioni di euro a stagione, 111 in più del triennio precedente ma un centinaio in meno rispetto a quanto era emerso dall'apertura delle buste. Le offerte di partenza erano infatti 13 e vedevano tra i "competitor" anche Fox ed Eurosport. "La delibera - spiegava ad assemblea finita il presidente della Lega, Maurizio Beretta - tiene conto di una valorizzazione dei ricavi e soprattutto degli interessi degli utenti e dei consumatori, attraverso un'assegnazione sulle piattaforme su cui gli operatori sono consolidati".
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