sabato 22 maggio 2010
«Diritti di figli e genitori nelle legislazioni regionali». Governatori d’accordo con la proposta di Casini (Mpv). «No alla rassegnazione». Formigoni, Polverini e altri 30 amministratori all’incontro sulla legge 194. Nasce una strategia comune che punta a mettere in rete buone pratiche per donne e bambini.
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Una rete di confronto legislativo e di governo sulle politiche regionali in difesa dei nascituri, delle madri e delle famiglie ha preso il via ieri nell’incontro promosso dal Movimento per la Vita (MpV), dal Forum delle famiglie e da Scienza&Vita. Erano presenti più di 30 amministratori in rappresentanza di dodici regioni (ancora di più con i messaggi di adesione).L’evento che significativamente si è tenuto nella sede della regione Lazio, alla presenza del governatore Renata Polverini e del suo omologo lombardo Roberto Formigoni (Roberto Cota del Piemonte e Gian Mario Spacca delle Marche hanno inviato rappresentanti), costituisce la migliore partenza di una tre giorni "di non rassegnazione" nell’anniversario dell’approvazione della legge 194 per l’aborto (22 maggio 1978). «Crisi economica, disoccupazione, immigrazione e anche le sfide di politica internazionale – ha esordito il presidente del MpV Carlo Casini –, possono essere fronteggiate con successo guardandole con gli occhi dei bambini, questo significa riconoscere la loro dignità umana fin dal concepimento anche a livello di legislazione regionale». Ricordando il triste bilancio di 5 milioni di aborti dall’approvazione della 194, l’europarlamentare ha definito «una questione strategica» l’attivazione di una rete tra gli amministratori regionali in difesa della vita.La Polverini ha assicurato da subito la sua «attiva e convinta» adesione all’iniziativa di «straordinaria forza» promossa da Casini a sostegno della vita e della famiglia, con misure come il bonus bebè, i mutui agevolati per le giovani coppie, l’aumento degli asili nido (uno sarà creato nella sede regionale). «I consultori non sono ancora attivati come dovrebbero per cercare di indirizzare la donna verso scelte diverse dall’aborto», ha aggiunto il governatore del Lazio. Citando anche l’esperienza della campagna elettorale, ha garantito l’apertura al volontariato. Olimpia Tarzia, di cui Casini ha ricordato l’impegno nella prima battaglia del MpV contro l’approvazione della 194, ha annunciato che ricercherà consensi anche al di là della maggioranza per la sua proposta di riforma dei consultori nel Lazio già presenta allo scadere della legislatura 2000-2005. In rappresentanza del governatore leghista Cota, Marco Penna ha sollecitato un riesame parlamentare della 194 per dare maggior valore alla prevenzione dell’aborto. «Oggi ci sono i numeri per modificare la legge», ha registrato il consigliere della Toscana Marco Carraresi. Il siciliano Salvino Caputo ha prospettato la creazione di una banca dati a servizio della rete pro vita degli amministratori regionali.Luca Marconi, assessore alla famiglia delle Marche, ha richiamato l’attenzione sul problema della tutela della vita nella fase terminale di fronte al rischio di spinte in senso contrario con il crescere della spesa sanitaria. «L’adozione della Ru486 può fortemente ostacolare la dissuasione dell’aborto», ha avvertito Lodovica Carli del Forum delle famiglie, proponendo quindi linee guida regionali che verifichino l’efficacia dei colloqui previsti, la collaborazione con il volontariato e la fissazione «del limite delle 22 settimane, epoca a partire dalla quale c’è possibilità di sopravvivenza del feto, per l’esecuzione di aborti dopo i primi novanta giorni di gravidanza». Lucio Romano, copresidente di Scienza&Vita, ha messo in guardia contro la nuova offensiva abortista della pillola EllaOne.Politiche per la conciliazione lavoro-famiglia sono state sollecitate da Mariella Zezza assessore competente del Lazio. Il vicepresidente del Mpv Roberto Bennati ha sollecitato la erogazione di risorse da parte delle regioni ai comuni per il sostegno delle madri in difficoltà e per le case di accoglienza che le ospitino. «C’è punto su cui non ci sono divergenze: la 194 è stata male applicata, principalmente perché non è riconosciuta la identità umana del concepito», ha detto in conclusione l’altro vicepresidente Pino Morandini, chiedendo perciò la riforma del primo articolo della legge e del Codice civile, la valorizzazione del volontariato, percorsi preferenziali di assistenza per le madri in difficoltà. Oggi sarà presentato un rapporto sui Centri di aiuto alla vita: dalla approvazione della legge 120mila bambini sono stati salvati dall’aborto.
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