martedì 25 maggio 2021
Già tramontata la norma voluta dal ministro Orlando che prorogava di 60 giorni il divieto di licenziare, contestata da Confindustria I sindacati sul piede di guerra: «pericolosa» la loro linea.
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, davanti a Palazzo Chigi

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, davanti a Palazzo Chigi - Ansa

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Contrordine: il blocco dei licenziamenti per le grandi imprese resta fissato fino al 30 giugno. Non ci sarà la proroga selettiva alla fine di agosto annunciata dal ministro Orlando e fortemente contestata da Confindustria. Si è concluso così un braccio di ferro che negli ultimi due giorni ha diviso la maggioranza di governo è infiammato lo scontro sociale.

La questione ha bloccato l’iter del decreto sostegni bis, che sarebbe dovuto approdare ieri sera in Gazzetta Ufficiale, ed è stata risolta con la mediazione di Palazzo Chigi. Ma la retromarcia sconfessa di fatto l’operato del ministro pd del Lavoro e potrebbe lasciare una cicatrice nei rapporti all’interno del governo. Il caso nasce dalle due nuove misure annunciate da Orlando nella conferenza stampa con Draghi che è seguita giovedì scorso al varo del Dl.

Misure che non erano presenti nelle bozze del decreto circolate fino a qual momento. Due le novità: la proroga dal 30 giugno al 28 agosto del divieto di licenziare per le aziende che entro giugno chiedono la cassa Covid (quella pagata interamente dallo Stato); e lo 'sconto' per le aziende che utilizzano la cassa ordinaria: non dovranno pagare le addizionali per tutto l’anno se eviteranno di licenziare. Dopo una giornata di tensione e trattative, ieri sera il Pd ha fatto sapere che veniva confermata «l’impostazione di Orlando».

Ma da Palazzo Chigi è filtrata negli stessi minuti una nota ufficiosa che fa riferimento solo alla sospensione delle addizionali sulla Cig ordinaria e non alla proroga di due mesi del divieto. Di fatto una mezza retromarcia. Anche se da si fa sapere che «resta aperto il confronto con le parti sociali». In serata sono intervenuti con una dichiarazione congiunta i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil. Landini, Sbarra e Bombardieri hanno definito «inaccettabile e socialmente pericolosa la posizione di Confindustria che si ostina nel rifiutare la proroga del blocco dei licenziamenti, tanto più alla luce dei finanziamenti mai selettivi destinati alle imprese ».

I sindacati manifesteranno venerdì davanti a Montecitorio: chiedono l’estensio- ne del blocco al 31 ottobre per tutte le aziende e modifiche alle nuove regole sugli appalti. Ad aprire il fuoco contro le norme inserite in corsa nel Dl sostegni bis erano stati nei giorni scorsi gli industriali, sia direttamente sia attraverso il Sole24Ore, che domenica titolava la prima pagina contro «l’inganno di Orlando». Confindustria accusava il ministro di non aver coinvolto le parti sociali prima della decisione e definiva la proroga del blocco un «colpo basso» oltre che un «errore» che non fa altro che «prolungare ulteriormente l’incertezza».

Ieri il Pd ha preso posizione a difesa del suo ministro. È intervenuto lo stesso segretario Letta definendo «superficiali e ingenerose » le critiche nei suoi confronti ed esprimendo «sostegno e apprezzamento. «Chi prende Cig gratis non deve licenziare non è inganno, è un principio sacrosanto», ha aggiunto il vicesegretario Provenzano. Sul piano politico la necessità di prolungare il divieto di licenziare è condiviso anche da Leu e dal M5s (così si è espressa l’ex ministra Catalfo). Mentre Forza Italia è critica e ancor più lo è la Lega. La sottosegretaria al Lavoro, Tiziana Nisini ha sparato a zero contro il «suo» ministro: «Orlando ha rotto un patto con le aziende e con tutti gli attori in gioco, non condivido la sua proposta né nel metodo né nel merito». Il cambio in corsa della norma deciso ieri non dovrebbe rendere necessario un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri del decreto sostegni bis.

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