mercoledì 29 giugno 2011
Secondo i periti del tribunale umbro non c'è certezza sul fatto che la traccia ematica appartenga alla studentessa uccisa.
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Nuovi dubbi sul delitto di Perugia. Non è certo che sia di Meredith Kercher la traccia di dna trovata sul coltello ritenuto dagli inquirenti l'arma del delitto della studentessa inglese. Lo scrivono i periti genetico-forensi nominati dalla Corte d'Assise d'Appello di Perugia nel processo contro Amanda Knox e Raffaele Sollecito.I periti della Corte di Perugia ritengono che "gli accertamenti tecnici effettuati non siano attendibili" perchè "non sussistono elementi scientificamente probanti la natura ematica" della traccia stessa. Gli esperti poi, nella perizia di 145 pagine depositata oggi, spiegano che "dai tracciati elettroforetici esibiti si evince che il campione indicato con la lettera B (lama del coltello) era un campione low copy number e, in quanto tale, avrebbero dovuto essere applicate tutte le cautele indicate dalla comunità scientifica internazionale".Secondo i periti non essendo stato tenuto conto di questo "non si condividono le conclusioni circa la certa attribuzione del profilo rilevato sulla traccia B (lama del coltello) alla vittima Kercher Meredith Susanna Cara poichè il profilo genetico, così come ottenuto, appare inattendibile in quanto non supportato da procedimenti analitici scientificamente validati".I periti della Corte d'assise d'appello si Perugia concordano invece "con le conclusioni cui è giunta la CT circa l'attribuzione del profilo genetico ottenuto da tale campionatura a Knox Amanda Marie".
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