martedì 5 ottobre 2021
Il partito di Salvini chiede di approfondire il testo: manca intervento sulle cartelle. 18 mesi per ridisegnare il sistema fiscale. Draghi: non cambiano le tasse, per nuovo catasto ci vorranno 5 anni
Il Cdm approva la delega fiscale

Il Cdm approva la delega fiscale - Ansa

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Via libera del Consiglio dei ministri alla delega per la riforma fiscale. Ma la Lega, il giorno dopo le elezioni, ha dato il via alle sue fibrillazioni e non ha preso parte alla riunione. Il partito di Matteo Salvini ha sollevato problemi sin dalla cabina di regia, chiedendo con il ministro Massimo Garavaglia, presente oggi al posto di Giancarlo Giorgetti, di approfondire il testo. Non ci sono solo le perplessità sulla revisione degli estimi catastali, ma dubbi, tra l'altro, anche sulla riforma dell'Irpef e sul mancato intervento sulle cartelle fiscali: il partito di via Bellerio, secondo quanto si apprende, ha chiesto al presidente del Consiglio Mario Draghi approfondimenti sulle detrazioni e contestato soprattutto il metodo adottato.

Una materia così delicata - questo il ragionamento - va studiata assieme alle forze che sostengono il governo. «Si può avere la sensazione che questa sia l'ultima parola sul fisco, ma per fortuna o purtroppo il processo non è così semplice, prenderà molti anni. La sostanza del Cdm di oggi è stata la discussione e l'approvazione della delega fiscale. Vorrei puntualizzare che la legge è una legge delega e quindi è una legge generale che poi andrà riempita da contenuti con un ulteriore momento di confronto», ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa. «Nella legge delega - ha concluso Draghi - c'è una riformulazione del catasto, si procederà quindi anche a una revisione delle rendite catastali. L'impegno è che nessuno pagherà di più o di meno. Le rendite restano invariate: è un'operazione di trasparenza, ma non cambia l'imposizione fiscale sulle case e sui terreni. Non cambiamo le tasse e per la riforma ci vorranno cinque anni».

«Il punto di partenza è la considerazione che il nostro sistema fiscale è stato disegnato, nelle sue linee generali, 50 anni fa, nei primi anni '70. Dopo ci sono state molteplici innovazioni, riforme, però il disegno è quello di circa 50 anni fa ed è un disegno che va aggiornato». Lo afferma il ministro dell'Economia, Daniele Franco, nel corso della conferenza stampa. Uno degli obiettivi della delega fiscale - continua il ministro - è il «contrasto all'evasione e all'elusione fiscale. È un problema non nuovo in Italia». La differenza tra gettito teorico e gettito effettivo «si stima sia di circa 100 miliardi. Il contenimento è misura necessaria per ridurre le aliquote e avere una distribuzione del carico più favorevole alla crescita economica». «L'evasione Iva è stimata in 30 miliardi l'anno - sottolinea Franco -. Si prevede un ripensamento della struttura volto a semplificare la gestione del tributo caratterizzato da varie aliquote e volto a ridurre i livelli di evasione ed erosione. Il governo intende ridurre il cuneo fiscale sul lavoro che in Italia è relativamente elevato, per un lavoratore di reddito medio è di cinque punti superiore a quello della media europea. Larga parte del cuneo è imputabile all'imposta sulle persone fisiche».

Ecco cosa prevede la bozza

Un anno e mezzo per ridisegnare il sistema fiscale italiano. Puntando su una maggiore crescita, sul taglio degli adempimenti e sulla lotta all'evasione. È quanto prevede la bozza della delega fiscale: un testo snello, nove pagine e dieci articoli in totale. Arriva la revisione del sistema di imposizione personale sui redditi, che punta a ridurre le aliquote medie e marginali Irpef.

Nella bozza della delega fiscale si legge che il governo dovrà introdurre norme per una «ridurre gradualmente le aliquote medie effettive derivanti dall'applicazione dell'Irpef anche al fine di incentivare l'offerta di lavoro e la partecipazione al mercato del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e ai secondi percettori di reddito, nonché l'attività imprenditoriale e l'emersione degli imponibili» e «ridurre gradualmente le variazioni eccessive delle aliquote marginali effettive derivanti dall'applicazione dell'Irpef». Nel documento si precisa che per aliquote medie e marginali effettive si intendono «quelle derivanti dall'applicazione dell'Irpef senza tenere conto né dei regimi sostitutivi né delle detrazioni diverse da quelle per tipo di reddito».

Addio addizionale Irpef, arriva la sovraimposta.
Il governo è delegato ad attuare, si legge nel testo, «una revisione delle addizionali comunali e regionali all'Irpef secondo i seguenti criteri e principi direttivi: prevedere la sostituzione dell'addizionale regionale all'Irpef con una sovraimposta sull'Irpef la cui aliquota di base può essere aumentata o diminuita dalle Regioni entro limiti prefissati. La sostituzione deve garantire che con l'applicazione della nuova aliquota di base della sovraimposta le Regioni nel loro complesso ottengano lo stesso gettito che avrebbero acquisito applicando l'aliquota di base dell'addizionale regionale all'Irpef stabilita dalla legge statale».

Il governo deve inoltre «prevedere per le Regioni sottoposte a piani di rientro per disavanzi sanitari che, in base alla legislazione vigente, comportano l'automatica applicazione di aliquote dell'addizionale all'Irpef maggiori di quelle minime, un incremento obbligatorio della sovraimposta calcolato in modo da garantire lo stesso gettito attualmente ricavato dall'applicazione delle aliquote delle addizionali regionali all'Irpef maggiorate nella misura obbligatoria», nonché «prevedere per i Comuni che la facoltà di applicare un'addizionale all'Irpef sia sostituita dalla facoltà di applicare una sovraimposta sull'Irpef. I limiti di manovrabilità della sovraimposta comunale sull'Irpef sono determinati in modo da garantire ai Comuni nel loro complesso un gettito corrispondente a quello attualmente generato dall'applicazione dell'aliquota media dell'addizionale all'Irpef».

Semplificazione e razionalizzazione dell'Ires
, finalizzato alla riduzione degli adempimenti amministrativi a carico delle imprese, anche attraverso un rafforzamento del processo di avvicinamento tra valori civilistici e fiscali, con particolare attenzione alla disciplina degli ammortamenti. È quanto prevede la bozza della delega fiscale, in cui si stabilisce la revisione delll'imposta dei redditi sulle societa e la tassazione del reddito di impresa. Le norme dovranno essere importante alla «coerenza del complessivo sistema di tassazione del reddito d'impresa con il sistema di imposizione personale sui redditi di tipo duale».

Si stabilisce, inoltre, che si dovrà raggiungere una «tendenziale neutralità tra i diversi sistemi di tassazione delle imprese, per limitare distorsioni di natura fiscale nella scelta delle forme organizzative e giuridiche dell'attività imprenditoriale». Nell'ambito della revisione dell'imposizione sui redditi personali e dell'imposizione sul reddito d'impresa il governo è delegato a emanare uno o più decreti legislativi per attuare «un graduale superamento dell'Imposta regionale sulle attività produttive (Irap). Gli interventi normativi disposti per attuare il graduale superamento dell'Irap, si precisa, «garantiscono in ogni caso il finanziamento del fabbisogno sanitario».

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