mercoledì 15 gennaio 2014
Venerdì interpellanza per chiarire i «comportamenti inopportuni».
Caso Ligresti, spunta una telefonata di Alfano
Prima grana giudiziaria per i renziani
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«Il rimpasto, per me, non è all’ordine del giorno...». E l’idea che chi vince le primarie poi chiede di entrare nel governo «è quanto di più vecchio e stantio possa esistere. Se poi il premier pensa che alcuni ministri non stiano andando bene, fa benissimo a cambiarli...».Mentre il premier Enrico Letta sta concludendo la visita diplomatico-commerciale a Città del Messico, il segretario del Pd Matteo Renzi sceglie ancora la piattaforma di Twitter per ribadire, in risposta alle domande dei followers, il proprio pensiero sulle ipotesi di imminenti ricambi nella squadra di governo. A rinfocolarle, è il deflagrare delle polemiche che coinvolgono il ministro per le Politiche agricole Nunzia De Girolamo, esponente del Nuovo Centrodestra finita nella bufera dopo la pubblicazione di alcune sue affermazioni, registrate di nascosto da un indagato nell’ambito di un’inchiesta sull’Asl di Benevento. Dal canto suo, il ministro contrattacca, incaricando i legali di presentare un esposto presso il Garante della privacy e la procura di Benevento. E il marito, l’esponente del Pd Francesco Boccia, la difende: «Rispetto massimo, come sempre, per la magistratura: mia moglie non è indagata e sono certo della sua correttezza. Poi ciascuno risponderà ai magistrati di ciò che ha fatto e detto».Insomma, la questione è rovente e il segretario Renzi gioca di sponda rimettendola nelle mani di Letta: «Vedremo quello che deciderà il presidente del Consiglio. Può chiedere un parere ai partiti, ma tocca a lui decidere». Poi però, rispondendo a chi paragona la vicenda attuale al caso che portò alle dimissioni della "ministra" dello Sport, affonda la lama: «In effetti Josefa Idem si è dimessa, dimostrando uno stile profondamente diverso». Il caso scuote l’intero Pd: quattro deputati hanno presentato un’interpellanza urgente, chiedendo al ministro di riferire alla Camera per spiegare «quali siano state le motivazioni che hanno determinato il suo intervento poco trasparente nelle specifiche questioni. Se le circostanze venissero confermate da successive indagini» si configurerebbero «comportamenti politicamente inopportuni». La richiesta verrà calendarizzata nell’aula di Montecitorio per venerdì mattina.Renzi assicura attenzione, ma senza pregiudizi: «Il Pd ha chiesto che De Girolamo vada a riferire in Aula e racconti la sua versione dei fatti. Nessuno fa processi politici in contumacia: alla luce di ciò che dirà, il Pd prenderà la sua posizione, che sarà unitaria». Tuttavia, alcuni indizi (come il paragone col caso Idem) lasciano intendere che, dopo aver fermato le proprie truppe sulla vicenda Cancellieri-Ligresti (Renzi ne auspicò le dimissioni, ma non era ancora segretario e scelse di uniformarsi alla volontà del partito di sostenere il Guardasigilli, perorata dal premier in persona), stavolta l’ex rottamatore non farà sconti. Anche se, ribadisce rispondendo a un follower di fede grillina, non intende farne una leva per sostenere l’urgenza di cambi nella formazione lettiana: «Ciò che dobbiamo cambiare non è la composizione del governo, piacerebbe a voi M5S che il Pd si mettesse in una grande lotta di poltrone, in un compro, baratto e vendo di poltrone». Invece, conclude, «vi è andata male. Il "cambia verso" è sulle cose concrete. Non può essere un rimpasto: spiacente, non ci caschiamo».
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