giovedì 24 febbraio 2011
Sulle sanzioni Ue alla Libia "non c'è nessun veto da parte dell'Italia. In sede Ue si potrà ben discutere circa le sanzioni": lo ha detto il presidente della Repubblica, che ha aggiunto che le sfide in campo energetico e migratorio coinvolgono tutta la Ue. Maroni: l'Italia può affrontare l'emergenza, ma non per lungo tempo.
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Sulle sanzioni Ue alla Libia "non c'è nessun veto da parte dell'Italia. In sede Ue si potrà ben discutere circa le sanzioni": lo dice il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano al termine di un incontro con il suo omologo tedesco. Il presidente ha anche detto che quello degli immigrati è un problema di tutta la Ue. Le sfide che scaturiscono dalla situazione in Nord Africa in campo energetico e migratorio "sono sfide e responsabilità che coinvolgono tutta la Ue nel suo insieme e non singoli paesi maggiormente esposti": è il monito che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lancia al termine di un incontro con il presidente tedesco Christian Wulff. "Le evoluzioni della situazione internazionale - conclude - portano alla conclusione che dobbiamo essere più decisi e conseguenti sulla linea dell'unità europea"L'Italia può "fronteggiare l'emergenza" immigrati causata dalle rivolte in Nordafrica, "ma non per tanto tempo". Lo ha detto il ministro dell'interno, Roberto Maroni, arrivando al Consiglio europeo Affari interni che si tiene a Bruxelles. "Chiediamo la solidarietà degli Stati nell'accoglienza e nella sistemazione", ha proseguito Maroni, che ha ricordato come Frontex (l'agenzia per la cooperazione per il controllo delle frontiere, ndr) stima un milione almeno di rifugiati. Ieri il responsabile del Viminale aveva sottolineato come anche la Lega Araba accrediti il dato di 200- 300mila possibili arrivi in poche settimane.ANCHE VIA MARE IL RIMPATRIO DEGLI EUROPEI Sono 5/6 mila gli europei ancora presenti in Libia: le cifre esatte sono difficili da ottenere da parte degli Stati membri perchè "non tutti i cittadini che partono lo segnalano alle rispettive ambasciate", riferiscono fonti Ue. La presidenza ungherese dell'Europa ha attivato ieri il meccanismo della protezione civile dell'Unione europea per agevolare l'evacuazione dei cittadini Ue dalla Libia, anche via mare, e secondo quanto si apprende dalle fonti comunitarie, questo potrà avvenire anche attraverso l'uso di navi militari. "Stiamo studiando questa possibilità - dicono a Bruxelles - pensando alle imbarcazioni già presenti nel Mediterraneo".VERTICE DEI PAESI DEL SUD-EUROPAFronte comune. L’appello dell’Italia all’Europa perché si faccia carico delle ondate di migranti in fuga dal Nord Africa viene raccolto dai paesi sud dell’Europa. E alla vigilia della riunione del Consiglio giustizia e affari interni (Gai) dell’Ue - oggi a Bruxelles - i sei ministri dell’Interno della frontiera meridionale europea chiedono a una sola voce di non essere lasciati soli a gestire una possibile emergenza umanitaria. Due le richieste: un fondo speciale di solidarietà, e un sistema europeo di asilo comune per redistribuire i richiedenti asilo, oggi legati al paese in cui presentano domanda. Prima accoglienza per tutti, è la linea concordata, distinguendo tra chi ha diritto all’asilo e chi invece tenta solo di immigrare irregolarmente.Il vertice sulla crisi nordafricana dei sei ministri – Roberto Maroni ospita i colleghi di Francia, Spagna, Cipro, Malta, Grecia – si tiene, ironia della sorte, a Villa Pamphili. Ovvero lo stupendo parco sull’Aurelia antica in cui, a giugno del 2009, il colonnello Muammar Gheddafi piantò la tenda per la sua visita ufficiale a Roma. Col titolare del Viminale ci sono il cipriota Neoklis Sylikiotis, il francese Brice Hortefeux, il greco Christos Papoutsis, il maltese Carmelo Mifsud Bonnici e lo spagnolo Alfredo Pèrez Rubalcaba.Nel comunicato – che porterà oggi alla riunione del Gai dei 27 la posizione comune della sponda Sud dell’Europa – i sei Paesi sollecitano l’Unione europea «a porre la questione del Mediterraneo al centro dell’agenda comunitaria». Due i cardini: «Realizzare, in uno spirito di solidarietà, un sistema europeo di asilo comune e sostenibile entro la fine del 2012, così come programmi specifici per tradurre in pratica tale solidarietà, come quelli riguardanti la relocation»; e poi «istituire un fondo speciale di solidarietà, ove necessario, per affrontare la crisi umanitaria».Molto netta la posizione di Brice Hortefeux. «Noi difendiamo il principio – dice il ministro francese – secondo cui il popolo ha sempre ragione e siamo solidali con gli attori di queste democrazie che stanno per nascere. Ma – puntualizza – non potranno verificarsi movimenti massicci di richiedenti asilo, perché perseguitati sono coloro che vivono sotto le dittature, non i cittadini delle democrazie emergenti. Per l’immigrazione clandestina non c’è futuro».La prima accoglienza comunque sarà garantita a tutti, assicura Maroni: «Per il primo soccorso saranno tutti collocati come si deve, poi chiediamo l’aiuto dell’Unione europea, perché l’Italia non è in grado di farlo per lungo tempo, così come nessun altro Paese. Ho fatto fare ai prefetti una ricognizione in tutte le Regioni per individuare aree ed edifici da utilizzare per l’emergenza». A ieri mattina erano 6.300 i migranti arrivati in Italia dall’inizio della crisi nordafricana, informa il titolare del Viminale. «Di questi, 6.200 sono tunisini. In pochi hanno presentato domande di asilo, gli altri andranno nei Cie e poi verranno rimpatriati». Con tutti i paesi del Nord Africa l’Italia ha accordi di rimpatrio. «Quello con l’Egitto continua a funzionare bene». Gli ultimi 60 egiziani sbarcati sono stati riportati in patria il giorno dopo con un volo. «Con la Tunisia è più complicato, i riconoscimenti sono lenti e accettano numeri bassi per il rimpatrio. Domani (oggi per chi legge, ndr) c’è una riunione a Palazzo Chigi per chiedere al nuovo governo tunisino di rinegoziare l’accordo». I tunisini sono comunque stati tutti identificati: «Non ci sono terroristi, ma solo un certo numero di criminali evasi». L’Italia, assicura Maroni, è pronta ad affrontare l’ondata: «Temo che avvenga, ma spero di no. Nel 2008 arrivarono 37 mila clandestini in un anno. Ci stiamo attrezzando nel caso ne arrivassero 37 mila in un mese». Luca Liverani
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