sabato 29 aprile 2023
La Cgil: «Una follia il taglio del Reddito». Meloni vedrà domani sera i sindacati, che contestano i contenuti dell'intervento. Nuove causali per "allungare" le assunzioni a termine.
Cuneo e contratti, il decreto prende forma

ANSA

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Sarà l’incontro di domani sera tra governo e sindacati a segnare il mood del Primo maggio, ma viste le premesse – e a meno di stravolgimenti rispetto alle bozze circolate del “decretone Lavoro” – non è difficile prevedere una giornata di tensione. I rappresentanti delle sigle confederali (assieme a quelli dell’Ugl), saranno ricevuti dalla premier dopo le proteste per l’annuncio del Cdm straordinario della festa dei lavoratori (convocato dapprima alle 10, poi slittato alle 11) e porteranno al tavolo i rilievi già palesati nei giorni scorsi. Ma il governo ha fretta di portare a casa quanto annunciato e lo spazio per le trattative è stretto. Allo stato il copione della giornata prevede una riunione dei ministri in contemporanea con la grande manifestazione di Potenza con Cgil, Cisl e Uil (l’Ugl sarà invece a Napoli). Il tutto mentre la squadra dei ministri sarà impegnata ad approvare le misure allo studio in questi giorni.

Via il Reddito di cittadinanza.
Si parte dalla contestata modifica al Reddito di cittadinanza che verrà sostituito dall’Assegno di inclusione a partire da gennaio 2024. Un beneficio destinato ai «non occupabili», cioè a vantaggio dei nuclei con almeno un disabile a carico, un minore o un anziano oltre i 60 anni. Il valore Isee richiesto per usufruirne non deve essere superiore a 9.360 euro, ma potrà essere rimodulato nel caso di famiglie con minorenni. Inoltre il valore del reddito familiare non dovrà superare la soglia di 6.000 euro annui, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (presenza di figli minori, componenti con disabilità o non autosufficienti ecc.). Per gli occupabili è invece previsto lo Strumento di attivazione (dal primo settembre 2023), utilizzabile dai componenti dei nuclei di età compresa tra i 18 e i 59 anni, in condizioni di povertà assoluta e privi dei requisiti per accedere all'Assegno di inclusione. Il valore sarà di 350 euro, ma l’erogazione è vincolata all’inscrizione a un centro per l'impiego e alla partecipazione ad attività formative o a progetti utili per la collettività.

Taglio al cuneo fiscale.
In arrivo anche un nuovo taglio del cuneo fiscale, che dovrebbe salire di un altro punto per i redditi medio-bassi (fino a 35mila euro), con anche più benefit aziendali detassati per i lavoratori con figli. Operazione consentita dall’ultimo scostamento di bilancio che ha garantito un “tesoretto” di 3,4 miliardi.

Contratti a termine.
Per quanto riguarda le assunzioni a tempo determinato, la bozza introduce nuove causali per quelle di durata superiore ai 12 mesi, che quindi potrebbero essere prorogate superando il decreto dignità. Tra quelle possibili, si parla di esigenze previste dai contratti collettivi nazionali sottoscritti dalle associazioni sindacali più rappresentative, oppure dalle rappresentanze sindacali aziendali. Ma anche di particolari necessità di ambito tecnico, organizzativo e produttivo in mancanza della previsione della contrattazione collettiva, o dovute alla necessaria sostituzione di altri dipendenti.

Reazioni di Pd e Cgil.
«L’idea che in un momento in cui aumentano le povertà, si taglia il Reddito di cittadinanza a noi sembra una follia», commenta» attacca il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, convinto che la priorità sia affrontare «l'emergenza salariale» in corso e «aumentare i salari in modo molto consistente. Bisogna fare una vera riforma fiscale – continua – che colpisca la rendita finanziaria e la rendita immobiliare, che riduca la tassazione sul lavoro dipendente. «Siamo estremamente preoccupati dalla provocazione di portare il Primo Maggio un decreto che porta lavoro nel nome ma spinge il lavoro precario di cui questo Paese non ha più bisogno – è invece il commento della segretaria del Pd, Elly Schlein –. Le giovani generazioni ormai hanno paura del futuro perché con contratti che durano pochi mesi e senza sapere se saranno rinnovati. Con salari troppo bassi è difficile costruirsi un futuro ed è difficile costruire una famiglia per chi lo vuole fare».

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