mercoledì 25 febbraio 2009
La Corte d'Appello di Campobasso ribalta la sentenza di primo grado: soltanto un'assoluzione per il crollo della scuola che causò la morte di 27 bambini e la loro maestra.
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La Corte d'Appello di Campobasso ha condannato cinque imputati su sei, coinvolti nel crollo della scuola Iovine di San Giuliano (Campobasso), avvenuto in occasione del terremoto del 30 ottobre 2003, nel quale morirono 27 scolari e la loro maestra. In primo grado tutti gli imputati erano stati assolti. Queste le condanne: sei anni e dieci mesi di reclusione per l'impiegato comunale Mario Marinaro - responsabile della pratica per la sopralevazione della cuola - e Giuseppe La Serra, progettista e direttore dei lavori; cinque anni agli imprenditori Carmine Abiuso e Giovanni Martino; due anni e 11 mesi all'allora sindaco Antonio Borrelli, che nel crollo perse una figlia. Per il sesto, il costruttore dell'edificio, Giuseppe Uliano, è stata confermata l'assoluzione di primo grado.Le condanne sotto i tre anni beneficiano dell'indulto. La pubblica accusa aveva chieso condanne con pene variabili dai tre ai sette anni.Alla lettura della sentenza i genitori delle vittime sono si sono abbracciati commossi e hanno pianto. Alcuni hanno battuto le mani."Ora sappiamo chi ha ucciso i nostri figli". Così il presidente del comitato vittime della scuola di San Giuliano di Puglia, Antonio Morelli, commenta la sentenza della corte d'Appello di Campobasso. Nel corso di questi anni i familiari dei 27 bambini morti nel crollo insieme ad una maestra, hanno chiesto "giustizia" ritenendo che la tragedia fosse addebitabile a comportamenti umani. "Oggi - ha aggiunto Morelli - è stata scritta una pagina storica della giustizia italiana".
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