martedì 2 marzo 2010
La Corte Europea dei Diritti dell'uomo ha accolto il ricorso presentato dall'Italia contro la sentenza che aveva «bocciato», il 3 novembre scorso, la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. A quanto si è appreso, il caso sarà quindi esaminato dalla Grande Camera nei prossimi mesi. Soddisfatto il ministro Frattini. La Cei: «Un passo avanti nella giusta direzione».
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La Corte europea dei diritti dell'uomo ha accolto il ricorso presentato dall'Italia contro la sentenza che ha «bocciato», il 3 novembre scorso, la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. A quanto si è appreso, il caso sarà quindi esaminato dalla Grande Camera nei prossimi mesi. A dare l'annuncio il ministro degli Esteri Franco Frattini. "Apprendo - sottolinea - con vivo compiacimento la notizia dell'accoglimento, da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, della domanda di rinvio davanti alla Grande Camera del caso Lautzi, sull' affissione del crocifisso nelle aule scolastiche". "È con soddisfazione che constato che sono stati accolti i numerosi e articolati motivi di appello che l'Italia aveva presentato alla Corte".La Cei: «Un passo avanti nella direzione giusta». "Un atto di buon senso da tutti auspicato perché rispetta quello che è la tradizione viva del nostro Paese e riconosce un dato storico oggettivo, secondo cui alla radice della cultura e della storia europea c'è il Vangelo, che è riassunto in Gesù Crocifisso". Così il presidente della Conferenza episcopale italiana, Cardinale Angelo Bagnasco, questo pomeriggio a Genova, a margine di un incontro pubblico sulla scuola, ha commentato la decisione della Corte europea di accogliere il ricorso dell'Italia sull'affissione del crocefisso nelle aule scolastiche. "La presenza del crocefisso - ha aggiunto Bagnasco - è importante, l'importanza dei segni fa parte dell'antropologia, perché l'uomo è anima e corpo non puro spirito o un'idea astratta: attraverso la corporeità tutti noi esprimiamo i nostri sentimenti e i nostri valori, che sono nel cuore e resterebbero invisibili se non fossero espressi attraverso segni visibili. Il crocifisso - ha concluso il presidente della Cei - esprime il centro della nostra fede cristiana e la sintesi dei valori che hanno ispirato la cultura di libertà rispetto della persona la dignità dell'uomo che sta alla base dell'occidente"."L'accoglienza da parte della Corte di Strasburgo del ricorso presentato dal governo italiano è un segnale interessante, che dimostra come attorno al crocifisso si sia creato un consenso ben più ampio di quello che ci si sarebbe immaginati", ha spiegato il portavoce e sottosegretario dell'episcopato italiano, mons. Domenico Pompili. Tale consenso , ha aggiunto , "conferma la non adeguatezza di alcune posizioni volte a strumentalizzare segni che hanno innegabilmente a che fare con le radici culturali dell'Europa e con la fede di milioni di persone, che in tale segno si riconoscono". "Si tratta dunque - ha concluso mons. Pompili - di un passo avanti nella direzione giusta"."Un passo avanti nella giusta direzione": così la Conferenza episcopale italiana ha commentato la decisione della Corte di Strasburgo.
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