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«Sarò a Hammamet per portare il saluto del governo e rendere omaggio a un italiano che è stato protagonista della nostra vita politica, ingiustamente criminalizzato... Credo si debba dare un segnale di attenzione a chi poi è morto in esilio, avendo dato molto al nostro Paese, anche con grande coraggio». Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ricorda così Bettino Craxi. Con parole nette. Forti. «È stato uno dei grandi politici e anche uno dei grandi protagonisti della politica estera. L'Italia ha avuto Andreotti, Craxi e Berlusconi come grandi strateghi della politica estera italiana, che hanno permesso all'Italia di contare nel mondo».
Era il 19 gennaio del 2000 quando il leader e premier socialista Bettino Craxi muore in Tunisia. Un addio da esule, secondo alcuni. Da latitante di lusso secondo altri, viste le condanne per corruzione e finanziamento illecito al Psi a suo carico nell'onda di Tangentopoli. Oggi i riflettori saranno nuovamente puntati sul piccolo cimitero cristiano di Hammamet dove è sepolto Craxi.
Ci sarà Tajani, ci saranno anche i figli del leader socialista Bobo e Stefania, e ci sarà il presidente del Senato Ignazio La Russa da ieri in Tunisia dove ha incontrato il ministro degli Esteri Mohamed Ali Nafti. Nel programma c'è anche un "faccia a faccia" con il presidente della Repubblica della Tunisia, Kais Saied a Cartagine e uno con il presidente dell'Assemblea dei Rappresentanti del Popolo (Camera Bassa), Ibrahim Bouderbala a Tunisi.
Questa mattina l'inaugurazione della mostra "Volti del Novecento" ad Hammamet all'Istituto culturale "Dar Sebastien", nel pomeriggio la cerimonia commemorativa del venticinquennale nel Cimitero cristiano di Hammamet.
Ora una domanda interroga la politica italiana: Bettino Craxi come Giorgia Meloni? Bettino Craxi un leader capace di portare avanti una politica di centrodestra? Dalla Tunisia a Montecitorio.
«25 anni fa, il 19 gennaio 2000, nella terra amica di Tunisia veniva a mancare Bettino Craxi: uomo di Stato, Presidente del consiglio, deputato, segretario del Partito socialista italiano. Poco più che 30enne venne eletto in questo Parlamento e servi il nostro Paese ponendo gli interessi dell'Italia sempre al centro delle sue scelte. Era un uomo con valori profondi, convinzioni radicate e idee salde, per le quali si è battuto per tutta la vita, fino all'esilio forzato...». Ecco il ricordo del deputato di Forza Italia, Alessandro Battilocchio, alla Camera. «... Domani sarò lì, in Tunisia, come ogni anno, con tanti giovani, per lasciare un mazzo di garofani rossi su quella piccola tomba bianca nel cimitero Cristiano che sorge all'ombra della Medina di Hammamet. Una piccola lapide descrive, più di ogni discorso, l'eredità di Bettino Craxi: "La mia Libertà equivale alla mia vita», ha concluso Battilocchio tra gli applausi dei Deputati di Forza Italia. Quell'applauso, quelle parole e quell'interrogativo: come si potrebbe collocare oggi Bettino Craxi? Claudio Martelli, storico leader socialista, parla per chiarire: «Oggi si conferma che il nome di Bettino non divide i socialisti ma li unisce. Non ha mai rinunciato al confronto politico, la direzione si riuniva di frequente e il confronto era costante. Non userei la parola riportare Craxi a sinistra, lui c'è sempre stato, ma condivido l'idea di non consentire un'operazione truffaldina che è quella di collocarlo a destra, nel centrodestra».