venerdì 30 agosto 2019
Il Pio XII, gestito dall’Opera degli Uberti della diocesi di Parma, in forte perdita per carenza di contributi. L’impegno a salvare i 12 posti di lavoro
Una visione invernale dell’Istituto Pio XII di Misurina (Belluno)

Una visione invernale dell’Istituto Pio XII di Misurina (Belluno)

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Se la sussidiarietà circolare si spezza, può succedere – come in questi giorni – che si debba chiudere una pagina d’eccellenza sanitaria rivolta ai bambini e agli adolescenti alle prese con gravi problemi respiratori. È avvenuto a Misurina (Belluno) all’Istituto Pio XII, gestito dall’Opera diocesana degli Uberti di Parma, che si trova costretto a chiudere perché al riconoscimento della sua qualità sanitaria non è seguito un riconoscimento fatto anche di contributi economici, di invio di pazienti.

«Opera diocesana San Bernardo degli Uberti – recita l’annuncio ufficiale – comunica che dal 31 dicembre è costretta a cessare l’attività socio-sanitaria svolta nell’Istituto Pio XII, centro per la cura e la riabilitazione delle malattie respiratorie del bambino e dell’adolescente. Una scelta dolorosa e inderogabile.

Nonostante ogni tentativo di rilancio dello storico istituto, di cui tanti hanno beneficiato, e nonostante i reiterati tentativi nel corso degli anni per coinvolgere le istituzioni competenti (mostratesi sostanzialmente indifferenti), l’attività ha generato forti perdite, divenute del tutto insostenibili. I 12 dipendenti a tempo indeterminato saranno trasferiti a Parma, presso le strutture dell’Opera diocesana, al fine di salvaguardare in ogni modo l’alta qualità professionale di coloro che hanno costituito per anni un valore aggiunto per l’Istituto, unico in Italia nel suo genere».

Si chiude così una storia di ricerca scientifica e di investimento, unita all’inventiva della carità che ha saputo intercettare bisogni reali e trasformare un luogo ameno di soggiorno prima in preventorio antitubercolare, quindi in casa di cura dell’asma, infine in Centro di diagnosi, cura e riabilitazione dell’asma infantile.

Una struttura fino ad oggi considerata fiore all’occhiello nella rete degli ospedali pediatrici in quanto laboratorio in alta quota per lo studio, la prevenzione e la cura dei bambini con disturbi del respiro, grazie al mix sapientemente miscelato di clima, cure mediche e accoglienza. Generazioni di bambini, parmigiani e no, vi sono stati accolti con calore familiare e professionalità e l’Istituto Pio XII ha contribuito in modo significativo alla loro salute morale e fisica.

Risuonano amaramente profetiche le parole del segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, in visita al Pio XII il 28 agosto 2016: «Di fronte ai tanti cambiamenti soprattutto in ambito socio-sanitario, dove criteri di tipo organizzativo e finanziario politicamente determinati vengono a influire non soltanto sulle procedure burocratiche, ma addirittura sulle modalità di offerta delle prestazioni cliniche-assistenziali, sono qui a interrogarmi insieme con voi: che sarà mai di questo Istituto? Soprattutto che sarà mai del suo rilevante patrimonio umano e professionale, offerto tra queste pareti in tanti anni di attività, oltre ogni mero calcolo economico, scaturito da una sorgente squisitamente cristiana?».

Interrogativi che rimandano a un’altra domanda più generale: come continuare a "essere prossimi" a chi traeva grande beneficio dall’attività del Pio XII e non disperdere un patrimonio di conoscenze, esperienze e pratiche di alta qualità? Un interrogativo al quale la diocesi di Parma, oltre all’Opera degli Uberti, non vuole sottrarsi, auspicando la fattiva collaborazione di enti e persone che hanno a cuore il bene dei bambini e delle loro famiglie.

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