mercoledì 5 ottobre 2022
L'Istituto europeo di oncologia di Milano e l'Università di Roma Tor Vergata scoprono una nuova tecnica di screening per il killer numero uno fra tutti i tumori
Così una "spia" rivelerà il cancro del polmone in tempo per guarire
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Il tumore del polmone è tra le prime cause di morte nei Paesi industrializzati. In Italia è la prima per cancro negli uomini e la seconda nelle donne, con quasi 34.000 decessi all’anno. Per guarire è indispensabile scoprire la malattia nella fase iniziale. Meglio ancora se si riuscisse a identificarlo addirittura quando non è visibile alla Tac. È il risultato raggiunto da un team di ricercatori dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e dell’Università di Roma Tor Vergata.

In sostanza, gli scienziati italiani hanno identificato, per la prima volta, una tecnica di screening che, grazie al riconoscimento di un’“impronta” del tumore, permetterà, spiega l’Ieo, «la diagnosi precoce di questo big killer attraverso il semplice esame dei fluidi biologici (urine, respiro, sangue)». Lo studio, pubblicato sul Journal of Breath Research, si basa sui “Vocs”, composti organici volatili presenti nei liquidi biologici. «Sapevamo che i Vocs sono potenziali biomarcatori – spiega Roberto Gasparri, chirurgo toracico Ieo e primo autore dello studio –, ma non sapevamo quali fossero quelli legati al cancro iniziale e quali ad altri disturbi polmonari. Ci mancavano i singoli componenti dell’“impronta volatile” del cancro polmonare, fino ad ora individuata solo con il "naso elettronico"».

Con Tor Vergata è stato messo a punto un macchinario che, «attraverso la cromatografia gassosa e l’uso di un algoritmo di intelligenza artificiale, riesce a identificare i Vocs che compongono l’impronta volatile». Su 127 soggetti, sia sani sia con tumore, è stato possibile distinguere i pazienti con cancro del polmone iniziale con un’accuratezza dell’88%, una sensibilità del 85% e una specificità del 90%. «Lo sviluppo di una tecnica di screening non invasiva, poco costosa e facile da eseguire per la diagnosi precoce rappresenta una delle maggiori sfide della medicina – dice Lorenzo Spaggiari, direttore del Programma polmone Ieo, docente all’Università di Milano e coautore dello studio –. Il nostro lavoro è il primo mai pubblicato sulla diagnosi precoce del tumore del polmone tramite analisi delle urine». Il passo successivo? «Mettere a punto nei prossimi anni un percorso di analisi di 3 fluidi biologici (esalato, sangue e urine) che, senza esami invasivi o apparecchiature costose, sarà in grado di individuare la presenza di tumore polmonare iniziale con accuratezza diagnostica del 95%», concludono i due autori.

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