martedì 14 ottobre 2014
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«La corruzione è sempre in agguato. È meno visibile di altri reati e perciò più pericolosa. Alcune condotte fanno supporre a monte episodi di corruzione, ad esempio quando si falsa una gara d’appalto. Ma provare che effettivamente ci sia stata corruzione non è semplice...». Nato a Trento nel 1956, già magistrato inquirente (da Caltanissetta a Bolzano) e parlamentare del Pd, Giovanni Kessler è il direttore dell’Ufficio europeo per la lotta alle frodi (Olaf ). Giunto a Roma per partecipare a un seminario internazionale, non si sottrae a una valutazione sulle politiche di contrasto alla corruzione. In Italia la magistratura sollecita l’introduzione del reato di autoriciclaggio e di pene severe per il falso in bilancio. Cosa ne pensa? Intanto, è positivo che il governo italiano abbia istituito un’autorità nazionale anti corruzione, e non solo per le indubbie qualità di Raffaele Cantone, designato a guidarla. L’Anac non ha compiti investigativi, ma la sua azione è essenziale nella verifica delle procedure ammini-strative e di spesa, fondamentali per prevenire gli atti di corruzione o consentirne la precoce scoperta. Ciò detto, un tempestivo giro di vite nel codice penale sarebbe opportuno? Non entro nel merito delle scelte legislative, che competono a governi e Parlamenti degli Stati membri. Tuttavia è chiaro come almeno tre aspetti – l’introduzione del reato di autoriciclaggio, la trasparenza dei bilanci tutelata anche penalmente e una rimodulazione dell’istituto della prescrizione – vadano affrontati in maniera più adeguata. Noi possiamo solo incoraggiare il governo e il Parlamento dell’Italia a dotarsi presto di nuove regole. E comunque le norme penali sono solo un aspetto... Cioè? In generale, l’Italia ha un buon apparato investigativo-repressivo, mentre avrebbe spazi notevoli di miglioramento sul versante ammini-strativo, ad esempio su come i fondi Ue vengono gestiti e spesi. Ciò ha un riflesso sulle possibilità d’infiltrazione criminale... Guardando ai 28 Paesi Ue, l’Italia è davvero maglia nera della corruzione? Vorrei rovesciare il ragionamento. Certe stime circolate in passato, come i «60 miliardi di euro» di costo della corruzione in Italia, non hanno aiutato a mettere a fuoco l’estensione del fenomeno. All’Olaf preferiamo fare un altro tipo di graduatoria... Quale? Quella dei Paesi 'proattivi', cioè che fanno di più, collaborando con le autorità Ue con indagini e segnalazioni. In testa alla classifica, e di gran lunga, c’è la Germania. Ma al secondo posto, sa quale Paese c’è? No. Me lo dica lei... L’Italia, molto attiva nel segnalare situazioni e nel proporre indagini congiunte. L’Olaf ha una costante collaborazione con la Guardia di Finanza e con le procure italiane. Certo, la domanda si pone: se un Paese segnala più indagini, è perché lì si verificano più episodi o perché i suoi investigatori sono più bravi a scoprirli? Le frodi ai fondi Ue sono in calo o in aumento? Secondo l’ultima relazione, basata su dati del 2013, il numero di casi è aumentato, ma l’importo complessivo è sceso: 248 milioni di euro di fondi Ue, lo 0,19% del bilancio, il 21% in meno rispetto ai 315 milioni di euro del 2012. Sul versante delle entrate, le frodi presunte o accertate sono ammontate a 61 milioni di euro, lo 0,29% delle risorse riscosse, con un calo del 21%. Insomma, dopo le ruberie del passato, si è riusciti ad alzare una diga? Parrebbe di sì. Ma i dati si riferiscono alle frodi scoperte. Ci preoccupano quelle che potremmo non essere riusciti a individuare. Ormai le vicende di corruzione, anche collegate a frodi sui fondi Ue, hanno una dimensione transnazionale: il pagamento della tangente al funzionario pubblico compiacente avviene estero su estero. Per innalzare il contrasto europeo serve un investimento nel futuro... Su quale versante? Oggi la dimensione dell’Olaf è limitata alle indagini amministrative, non può compiere investigazioni di polizia giudiziaria, che competono agli Stati membri. Ciò comporta una disomogeneità di contrasto, legata alle diverse legislazioni nazionali. Un limite che può essere superato con l’azione unificante del nuovo ufficio del procuratore europeo. Lavoriamo affinché ci si arrivi presto...
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