sabato 13 novembre 2021
Atterrati a Fiumicino 63 richiedenti asilo, anche da Yemen e Somalia. Sempre più difficile anche la vita nei campi in Etiopia, a causa della guerra civile nel paese africano
Profughi dall'Eritrea in Italia grazie alla Cei e a Sant'Egidio
COMMENTA E CONDIVIDI

Sono quasi tutti eritrei in fuga dalla dittatura di Isaias Afewerki. Una coppia dallo Yemen, devastato dalla guerra contro la coalizione saudita. Uno è scappato dal caos della Somalia. Sono i 63 profughi, soprattutto donne con bambini e giovani, atterrati questa mattina a Fiumicino, con un volo di linea dell’Ethiopian Airlines da Addis Abeba. Da tempo rifugiati nei campi dell’Etiopia​, hanno visto peggiorare drammaticamente le condizioni di vita anche nel paese che li aveva accolti, a causa del conflitto che in questi mesi sta insanguinando l'Etiopia​.

Sono arrivati senza rischiare la vita prima nel deserto e poi in mare. Un "miracolo" reso possibile grazie a un Protocollo d’intesa con lo Stato italiano, firmato nel 2019 dalla Conferenza episcopale italiana e dalla Comunità di Sant’Egidio, che prevede l’arrivo di 600 persone vulnerabili con i corridoi umanitari. La partenza, inizialmente prevista per la fine di novembre, è stata anticipata proprio a causa dei problemi di sicurezza nel Paese di partenza, ed è stata facilitata grazie alla collaborazione del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell'Interno, guidato dal prefetto Michele Di bari, della Direzione Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie e dell'Ambasciata d'Italia ad Addis Abeba. Tutti sono stati sottoposti a tampone antigenico prima della partenza, test ripetuto all'arrivo a Fiumicino. Raggiunta la destinazione, osserveranno un periodo di isolamento fiduciario.

Ad accogliere a Fiumicino i 63 profughi - in maggioranza nuclei familiari composti da donne sole con minori e singoli sotto i 25 anni - sono stati i volontari ma anche alcuni familiari, da tempo residenti nel nostro Paese, in qualche caso già cittadini italiani. Saranno ospitati a Roma e in diverse regioni italiane (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Marche e Campania) presso associazioni, parrocchie, appartamenti di privati e istituti religiosi, con il supporto di famiglie italiane che si occuperanno di accompagnare il percorso d’integrazione sociale e lavorativa sul territorio, garantendo servizi, corsi di lingua italiana, inserimento scolastico per i minori, cure mediche adeguate. Tutto ciò grazie a un progetto totalmente autofinanziato con l’8 per mille della Cei, fondi raccolti dalla Comunità di Sant’Egidio e la generosità di associazioni, parrocchie e di cittadini che hanno offerto le loro case e il loro impegno gratuito e volontario.




© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: