martedì 28 gennaio 2020
L'Ucei aderisce al progetto promosso dal 2016 da Sant’Egidio, Chiese Evangeliche e Valdesi: arrivate 7 persone, tra cui 4 minori. Altre 86 siriani in arrivo dal Libano venerdì 31
La famiglia siriana accolta in aeroporto al suo arrivo in Italia

La famiglia siriana accolta in aeroporto al suo arrivo in Italia

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Anche l'Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei) e la Comunità ebraica di Milano sostengono i corridoi umanitari. Oggi è giunta in Italia una famiglia di 7 persone (genitori con quattro bambini e un parente) siriane musulmane di Aleppo che sarà ospitata in un appartamento. L'accoglienza è sostenuta appunto dall'Ucei e dalla Comunità ebraica milanese, i cui membri collaboreranno insieme alla Comunità di Sant'Egidio per l'inserimento nel capoluogo lombardo.
La famiglia è arrivata all'aeroporto di Fiumicino di Roma con un volo Alitalia e proviene da Aleppo, storicamente città della convivenza tra religioni diverse che da 9 anni soffre la tragedia della guerra, dopo un periodo nei campi profughi in Libano. A Milano la famiglia sarà ospitata in un appartamento nella zona sud della città: l’accoglienza diffusa rappresenta un elemento decisivo di un progetto, totalmente autofinanziato, che sta favorendo l’inserimento dei profughi arrivati nel tessuto civile e sociale del Paese, nel circuito scolastico per i minori e in quello lavorativo per gli adulti, con grande beneficio per la società. Sono ormai oltre 2400 i profughi accolti con i corridoi umanitari in Italia, siriani in fuga dal conflitto e dal Corno d'Africa; il progetto è in corso anche in Francia, Belgio e Andorra.

L'aiuto allo straniero è nella Torah
"Sono molti - spiega Giorgio Mortara, vicepresidente Ucei - i passaggi della Torah in cui si fa riferimento all’obbligo di aiutare il prossimo, il forestiero. 'Se il tuo fratello impoverirà… lo dovrai sostenere: che sia straniero o residente, una volta che viva con te' (Lev. 25,35). È evidente dalle ultime parole che il termine “fratello” iniziale deve avere un’accezione universale. Il malessere di chi arriva da fuori è un punto sensibile per gli ebrei, sollecitati come siamo dalla nostra stessa esperienza storica. Su queste basi è nato l’impegno a sostegno delle comunità che attuano progetti a favore dei migranti/rifugiati. L’iniziativa è pensata quale ideale prosecuzione del lavoro svolto in questo senso già da anni sul territorio dalle comunità ebraiche di Firenze, Torino e Milano e di incentivare la nascita di nuove iniziative in altre realtà. L’obiettivo finale è quello di creare una rete di sussidiarietà e aiuto per migliorare le condizioni di queste persone in grande difficoltà e contribuire alla loro integrazione, contando anche sulla collaborazione con le strutture socio-sanitarie e con altre organizzazioni e di volontariato sociale, al fine di aumentare l’offerta di aiuto. Naturale era quindi la collaborazione con le organizzazioni che promuovono i corridoi umanitari con le quali le comunità ebraiche già interagiscono a livello locale come Sant’Egidio e la Tavola valdese”.

Coinvolto il volontariato ebraico
Per il presidente della Comunità ebraica di Milano, Milo Hasbani, "siamo sempre pronti a metterci in gioco quando si tratta di aiutare attivamente il prossimo. Ringrazio la Comunità di Sant‘Egidio per averci dato l’opportunità di sostenere una famiglia siriana con 4 bambini piccoli. Abbiamo coinvolto varie associazioni ebraiche, come il Bene Berith, l’Ame, il volontariato Federica Sharon Biazzi onlus e i movimenti giovanili della Comunità ebraica Hashomer Hatzair e Benè Akiva, tutti con grande bagaglio ed esperienze nel campo del volontariato. Spero che questo esempio possa essere seguito anche da altri”. Per Giorgio Del Zanna della Comunità di Sant'Egidio "occorre unire le forze per rispondere a una duplice crisi epocale, la guerra in Siria e l'incapacità delle nazioni europee di dare risposte adeguate all'immigrazione. In un clima segnato dalla logica dei muri e dell'antisemitismo crescente. una risposta efficace è l'amicizia solidale di comunità di credenti che si uniscono per costruire ponti: è in questo spirito che ebrei e cristiani accolgono questa famiglia musulmana". Si amplia così l'alleanza tra comunità di credenti che hanno realizzato il progetto promosso dal 2016 da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese.

86 profughi siriani in arrivo dal Libano
Grazie ai corridoi umanitari della Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, in accordo con i ministeri dell'Interno e degli Esteri, venerdì 31 gennaio arriveranno a Roma 86 profughi siriani dal Libano. Come le oltre 2.000 persone arrivate finora nel nostro Paese, i rifugiati saranno accolti da associazioni, parrocchie e comunità in diverse regioni italiane e subito avviati in un percorso di integrazione attraverso l'apprendimento della lingua per gli adulti, la scuola per i minori e l'inserimento lavorativo, una volta ottenuto lo status di rifugiato. I corridoi umanitari, interamente autofinanziati (dalla raccolta fondi di Sant'Egidio e dall'8 per mille della Tavola valdese) e possibili grazie a una rete di accoglienza diffusa, rappresentano un modello efficace, che coniuga solidarietà e sicurezza, tanto che è già stato replicato in altri Paesi come Francia, Belgio e Andorra, consentendo l'arrivo in Europa, in modo legale e sicuro, di oltre 3.000 persone dal febbraio 2016.



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