lunedì 29 maggio 2017
L'ebreo Baruch e l'arabo Ibrahim trovano l'uno nell'altro la forza per coltivare i sogni più segreti. In barba ai progiudizi delle famiglie. Il secondo romanzo di Maria Elisabetta Ranghetti
Maria Elisabetta Ranghetti

Maria Elisabetta Ranghetti

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Nel primo romanzo protagonista era un amore impossibile tra un arabo e una ebrea nella Haifa di 30 anni fa. Nel secondo romanzo, appena pubblicato, va in scena l'amicizia sbocciata in maniera casuale tra due adolescenti nella Gerusalemme di oggi. Un arabo, garzone di bottega e aspirante musicista, e un coetaneo ebreo, instradata verso un futuro da rabbino ma attirato dalla pittura. Tutt'intorno non c'è più l'odio furibondo che creerà le condizioni perché i due innamorati si dividano come in "Oltre il mare di Haifa", pubblicato nel 2015, ma la possibilità concreta di parlarsi, capirsi, provare un reciproco affetto.

In Corri più che puoi, pubblicato da pochi giorni da Ektglobe (pagg. 312, euro 15), Maria Elisabetta Ranghetti conferma e migliora la sua capacità di descrivere un mondo per molti versi a noi incomprensibile. La scrittrice di Cernusco sul Naviglio non racconta solo la storia di un'amicizia, ma anche la Gerusalemme contemporanea, con una quantità di personaggi pittoreschi, dal fotoreporter inquieto ai commercianti della Città Vecchia con le loro assurde rivalità. Ma soprattutto entra nei sogni segreti di due ragazzini, nei loro sforzi per abbattere i pregiudizi delle rispettive famiglie nei confronti di chi viene percepito come diverso da sé.


È un affresco vivace, a tratti umoristico, di una città bellissima che tra i vicoletti e le dispute tra ristoratori (a questa categoria appartengono entrambe le famiglie, ebrea e araba, dei due protagonisti) sembra desiderare più di ogni altra cosa di vivere in pace la sua esuberanza.

La storia è articolata: una giornalista americana in cerca di scoop fiuta l'amicizia tra Ibrahim e Baruch, due 15enni che si frequentano di nascosto dalle rispettive famiglie. Ciascuno dei due ha un progetto «alternativo» a un futuro già scritto, e ciascuno trova nell'altro la forza per coltivarlo. Quello che non vogliono è cedere alle lusinghe della reporter in cerca di storie ad effetto, e così scappano da Gerusalemme al deserto di Giuda e la loro vita cambierà per sempre. Sullo sfondo altre vicende che si intrecciano, altre esistenze raccontate con vivacità e acume.

Ranghetti ama Israele e lo frequenta assiduamente: dopo la laurea in Lettere Moderne con una tesi sulla Survivors of the Shoah Visual History Foundation di Steven Spielberg, da oltre 10 anni fa la pendolare Milano-Gerusalemme per approfondire la conoscenza della lingua, della storia e della cultura di quella terra. "Corri più che puoi" ne è il risultato più felice.

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