sabato 2 aprile 2016
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Roma. Un crac milionario di alcune sue società. Una bancarotta che ha portato ieri l’immobiliarista Danilo Coppola ad essere condannato dal tribunale di Roma a 9 anni di reclusione. Lo hanno deciso i giudici della decima sezione penale, che ha disposto anche altre nove condanne e quattro assoluzioni tra cui quella della moglie di Coppola, Silvia Necci. I giudici hanno condannato, tra gli altri, a 5 anni e 8 mesi Francesco Bellocchi, amministratore di alcune delle società, a 4 anni la commercialista Daniela Candeloro, a 4 anni e sei mesi Luca Necci, cognato di Coppola, e a 2 anni e tre mesi l’avvocato Paolo Colosimo. Tutti i condannati sono stati inabilitati all’impresa per dieci anni mentre per Coppola - ex “furbetto del quartierino” con Stefano Ricucci ed altri - disposta anche l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici. «Il pregiudizio regna, sono sbalordito, ma fiducioso», ha commentato Coppola. «La sentenza è stata pronunciata su società fallite, su istanza della sola Procura, durante la mia custodia cautelare nel 2007, in relazione a potenziali debiti fiscali in ordine ai quali l’Agenzia delle Entrate non aveva ancora richiesto nessun pagamento – ha detto Coppola –. Tali società, già nel 2009, erano ritornate tutte “in bonis” previo pagamento di importi rilevanti (circa 160 milioni di euro), all’esito dei quali la stessa Agenzia delle Entrate aveva dichiarato che ogni debito era stato estinto». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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