venerdì 23 dicembre 2022
Le candidate in gravidanza saranno favorite nei bandi per le assunzioni negli uffici della Provincia
La Provincia di Treviso dà la priorità alle donne incinte

La Provincia di Treviso dà la priorità alle donne incinte - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

La Provincia di Treviso inserirà un “titolo di preferenza per le donne in gravidanza” nei concorsi di propria competenza. È bastato l’annuncio del presidente Stefano Marcon, che è anche sindaco di Castelfranco Veneto, perché altri suoi colleghi assicurassero che faranno altrettanto. «Già oggi, nei concorsi pubblici, è possibile prevedere titoli di preferenza se due concorrenti arrivano a pari merito. Tra questi titoli inseriremo anche quello delle donne incinte – spiega Marcon –. Se poi la legge ce lo consentirà, estenderemo questa opportunità ben oltre il pari merito».

Proprio in questi giorni la Provincia retta da Marcon ha predisposto la piattaforma per gestire concorsi unici e selezioni uniche per l’assunzione di personale nelle Amministrazioni Comunali. Forte dell’esperienza della Sua, la Stazione Unica Appaltante alla quale hanno già aderito ben 91 Comuni della Marca e altri 21 Enti del territorio, e vista la complessità nella gestione dei concorsi pubblici, la Provincia ha annunciato che sta predisponendo un vero e proprio “Ufficio unico concorsi” che, sul modello della Sua, curerà l’intera gestione della procedura di concorso pubblico, dalla predisposizione del bando allo svolgimento degli esami e delle prove, fino alla graduatoria. Ai Comuni, o agli Enti aderenti, spetterà chiaramente la programmazione dei fabbisogni di assunzione e la stipula dei contratti. Ma la reazione dei sindaci al titolo di preferenze per le donne incinte è stata positiva.

«L’incentivo alla natalità si può fare in tanti modi, dobbiamo aumentare l’assegno unico e sostenere i nidi, ma è importante anche dare altri segnali di supporto alle famiglie. Dato che sentiamo la responsabilità di essere la seconda Provincia in Italia dove le donne vivono meglio allora dico: osiamo di più, inserendo questo titolo di preferenza nei concorsi. Se inizia il pubblico, potrebbe innescare un circolo virtuoso anche fuori dal nostro contesto», conclude Marcon.

«Se vivessimo in un mondo perfetto, non sarei favorevole a misure che tutelano le donne, tanto meno in gravidanza, e lo dico da mamma di un bambino di 20 mesi. Ma in questo momento storico – commenta Stefania Golisciani, sindaco di Casale sul Sile, che non è della Lega, come invece Marcon – denso di storture culturali a causa delle quali le donne, specie se in attesa, sono discriminate, occorre riconoscere la realtà dei fatti e perciò ben venga una misura che dia il segno di un cambiamento di rotta».

Anche Cristina Andretta, sindaca leghista di Vedelago, è pienamente favorevole: «Vedo in modo positivo qualsiasi cosa che favorisca le donne, soprattutto pensando che, se partecipano ai concorsi pubblici, forse sono anche disoccupate». Andretta, in carica da due legislature e prossima alla scadenza, racconta di aver partecipato lei stessa poche settimane fa a un concorso pubblico vinto da una concorrente incinta. «Non è entrata in servizio per maternità – aggiunge – ma ben venga, lo farà appena possibile.

Non manca la reazione – positiva – della Diocesi di Treviso, attraverso il centro della famiglia: «Credo che questa iniziativa sia simbolicamente molto significativa – afferma il direttore don Francesco Pesce –. La questione della denatalità è la vera questione sociale ed economica di questo primo quarto di secolo e segnerà i destini del nostro futuro dal punto di vista organizzativo, sociale ed economico».

È necessario, per don Pesce, mettere in campo tutte le risorse e iniziative che possono invertire il trend della denatalità: «Riconoscere che una donna, e in particolare una madre, sono un valore aggiunto per ogni organizzazione di lavoro è un passo di civiltà che non possiamo ancora procrastinare. Abbiamo bisogno di più donne nel mondo del lavoro per qualificare il lavoro stesso. Le mamme, poi, possono portare un loro peculiare valore aggiunto in termini di competenze relazionali ed organizzative. Se questo ha anche un impatto sulla natalità l’iniziativa è assolutamente virtuosa».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: