venerdì 1 dicembre 2023
Si chiude un potenziale caso. Ma l'efficacia è sospesa per 3 mesi in attesa del parere della Commissione. Il governo assicura: ci adegueremo alle osservazioni
Il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida

Il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida - ANSA

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Il caso, sollevato ieri in prima pagina da Repubblica, è stato subito chiuso. La notifica alla Ue è stata inviata e subito dopo c’è stata la firma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: in due tappe si è sbloccato l’impasse sul ddl sulla carne coltivata, approvato in Parlamento già il 16 novembre. Per la misura si tratta solo del primo tempo di una partita destinata a finire l’anno prossimo. L’invio del ddl alla Commissione Ue fa automaticamente scattare un periodo di tre mesi - prorogabili a sei - durante il quale l’esecutivo europeo, gli Stati membri e le parti interessate possono avanzare obiezioni o commenti. L’analisi del testo da parte di Bruxelles è di fatto solo cominciata e il rischio di una procedura di infrazione è tutt’altro che escluso.La promulgazione della legge, nel frattempo, ha innescato un nuovo moto di esultanza del governo. «L’Italia è la prima nazione a vietare la carne coltivata, saremo da esempio per altri Paesi», ha sottolineato il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida. Dalla Cop28 di Dubai è intervenuta con parole di apprezzamento anche Giorgia Meloni. E Coldiretti ha osservato che «in Italia 7 cittadini su dieci sono contrari alla messa in commercio del cibo artificiale prodotto in laboratorio. Questa legge è un impegno a difesa della dieta mediterranea, ma anche un segnale importante per l’Unione Europea», ha asserito l’organizzazione guidata da Ettore Prandini. Il Quirinale, nella serata di giovedì, aveva fatto sapere di voler aspettare proprio la comunicazione del testo all’Ue prima di promulgare la legge, che “vieta la produzione ed immissione sul mercato di carni coltivate”. In meno di 24 ore la notifica è arrivata. Il ddl è rintracciabile infatti nel database europeo Tris, dove finiscono le norme tecniche con potenziali effetti sul mercato interno.

«Analizzeremo la misura nel merito e nella sostanza», ha spiegato una portavoce della Commissione ricordando che «l’obiettivo è che nessuna legge entri in vigore in uno Stato membro se contrasta con il diritto Ue. Se una legge entra in vigore e non viene notificata, e se si tratta di una legge che avrebbe dovuto essere notificata perché ci sono delle eccezioni, allora si può richiedere ai tribunali nazionali di dichiararla inapplicabile». Il punto è che lo scorso luglio Roma aveva inviato il progetto di legge a Bruxelles, salvo poi ritirare la notifica a inizio ottobre. Questa volta, il governo ha accompagnato alla trasmissione del ddl una lettera in cui si mette per iscritto «l’impegno a conformarsi a eventuali osservazioni che dovessero essere formulate dalla Commissione nell’ambito della procedura di notifica».

Al momento non esiste una norma europea sulla carne prodotta «a partire da cellule staminali di muscolo prelevate dall’animale». Carne «sintetica», come la definiscono i partiti di destra con chiara accezione spregiativa. In Ue, invece, il prodotto rientra nel gruppo cosiddetto “Novel Food”, tra i quali, per esempio, figurano l’olio di Cbd o gli alimenti a base di insetti. La carne coltivata è attualmente una realtà in Paesi come Singapore e Israele. Non lo è nel Vecchio Continente, ma presto potrebbe diventarlo. Ed è qui che potrebbe registrarsi una collisione tra il ddl italiano e le leggi sulla concorrenza, che tutti i Paesi membri sono obbligati a rispettare, che potrebbe sfociare anche nell’apertura della procedura di infrazione. La legge, quindi, ora risulta di fatto sospesa sino al 4 marzo 2024, sempre che la Commissione non si avvalga della possibilità di prolungare il periodo di “osservazione” La partita, insomma, è ancora aperta. E chissà che non finisca anche nei comizi della campagna per le elezioni europee.


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