martedì 27 febbraio 2024
Una ricerca australiana indica che le temperature molto elevate hanno un impatto sulle gravidanze. L'effetto può essere mitigato con più alberi nelle città
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Ormai è acclarato: il clima che cambia influisce sulla nostra salute. E il riscaldamento globale è tra le prime cause di nuovi rischi. Tra questi, uno studio condotto in Australia evidenzia un'associazione tra il ricorso ai parti pretermine e l’esposizione a temperature estremamente calde nel terzo trimestre di gravidanza. Nulla di allarmante, ma è bene tener d'occhio la tendenza, visti gli ormai costanti e repentini cambi di passo del climate change. Il lavoro, condotto dalla Monash University, ha esaminato 1,2 milioni di parti - includendo 63.144 nascite premature - avvenuti nell'area di Sydney nell'arco di 20 anni, tra il 2000 e il 2020, ed è stato appena pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics.

Man mano che il clima si scalda, suggeriscono gli autori della ricerca, «i servizi sanitari dovrebbero prepararsi ad un aumento delle nascite premature». Ma i dati emersi provano anche che questa associazione fra caldo torrido e nascite premature potrebbe essere ridotta dal livello di verde nell'ambiente residenziale di una persona incinta. In pratica, si potrebbe ricorrere al fattore “attenuante” dell'esposizione agli alberi e al verde generale per migliorare le cose. Vediamo perché: i ricercatori della Monash School of Public Health and Preventive Medicine, guidati da Shanshan Li, hanno incrociato i dati delle nascite con quelli storici sulla temperatura, nonché con la copertura arborea e i livelli complessivi di verde derivati dalle immagini satellitari.

La ricerca stabilisce che l'esposizione al caldo estremo, sia diurno sia notturno, nel terzo trimestre, aumenta fino al 61% la possibilità di nascita prematura, e che «la forza dell'associazione era leggermente diminuita per le donne che vivevano in aree con più alberi e altra vegetazione, sollevando la possibilità – viene specificato - che il verde potesse migliorare parte del rischio eccessivo derivante dall'esposizione al caldo estremo nel terzo trimestre». I numeri non devono allarmare. Infatti dalla ricerca emerge che nel caso di donne non esposte a ondate di calore giornaliero i nati prematuri sono stati il 5%, mentre nei casi di madri che hanno patito gli eccessi del caldo le nascite pre-temine sono state il 7,5%. La differenza nei casi di temperature notturne eccessive è stata un po' inferiore (5% contro 7%). Invece con una maggiore presenza di alberi e verde, lo stress in gravidanza diminuisce fino a ridurre dal 13 al 20% il rischio di parti prematuri.

Insomma, i risultati dello studio suggeriscono anche che «L’aumento dei livelli di verde potrebbe prevenire i parti pre termine associati al calore» mentre emerge «l’importanza di integrare strategie di mitigazione del calore e di migliorare gli spazi verdi nella pianificazione urbana e negli interventi di sanità pubblica».

Per Yuming Guo, autore senior dello studio e docente di Salute ambientale globale e biostatistica, i dati raccolti dovrebbero motivare i governi e gli urbanisti a rendere fruibili più spazi verdi. I cambiamenti nell'organismo durante la gravidanza, con l'accresciuta massa corporea, e l'extra energia prodotta dal feto, scrive Yuming Guo, «possono rendere più difficile per la gestante divergere il flusso di sangue verso la pelle per permettere la sudorazione», ma anche verso «la placenta, privando il nascituro di nutrimento e di ossigeno. E se qualcosa avviene alla placenta – afferma -, la risposta naturale del feto è di stimolare le doglie ed essere partorito, per uscire da un ambiente anormale».

Ci sono prove emergenti, dicono i ricercatori, che mettono in guardia circa le conseguenze del caldo estremo notturno sulla salute, particolarmente sul sonno e sul riposo. Proprio la qualità e la durata del sonno, commenta Yuming Guo, «possono avere conseguenze anche sugli esiti della gravidanza, interrompere i ritmi circadiani e potenzialmente influenzare la pressione sanguigna, il che potrebbe rappresentare un problema per le donne incinte», visto che «le nascite precedenti le 37 settimane di gestazione, costituiscono globalmente una causa principale di decessi neonatali e infantili». Senza contare che «molti bambini nati prematuri soffrono di problemi di salute a lungo termine».

La presenza di verde, in particolare di alberi, dichiara Li, che è un'esperta di impatti ambientali sulla salute dei bambini, «ha invece il potenziale per mitigare i livelli di calore e ridurre i rischi di parto pretermine associati al caldo. Il verde ha anche impatti positivi sulla salute fisica e mentale che vanno oltre i soli esiti della gravidanza e del parto».


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