martedì 25 settembre 2012
La casa famiglia resterà nel bene confiscato alla camorra, ma il sindaco di Trentola Ducenta (Caserta), Michele Griffo porta di nuovo la questione in consiglio comunale. Zappolini (Cnca): «Guerra insensata contro esempio di coraggio e solidarietà».
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​ La “Compagnia dei Felicioni”, casa famiglia della Comunità di Capodarco Teverola nel casertano, vince la partita contro il sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo, che lo scorso anno ha cercato di mandar via minori e operatori da un bene confiscato alla camorra sul territorio del proprio comune. È quanto ha stabilito il Tar del Lazio con la sentenza numero 078642012 con la quale viene accolto il ricorso presentato proprio dalla comunità e annullata la sospensione del comodato d'uso del bene confiscato al killer dei casalesi, Dario De Simone, disposta dal sindaco. La sentenza è del 18 settembre, ma non sembra essere ancora l’ultimo atto di una vicenda ingarbugliata che dura ormai da più di un anno. La decisione del Tar dei giorni scorsi ha fatto tirare un respiro di sollievo ai minori ospitati nella casa famiglia, ma non sembra aver portato ancora la pace fra le parti. A non mandar giù il verdetto, proprio il sindaco di Trentola Ducenta, tanto da fissare per il consiglio comunale di giovedì prossimo (27 settembre, alle ore 17) un ordine del giorno aggiuntivo avente per oggetto la  «Fine rapporto di concessione in comodato d’uso immobile in via Romaniello n. 110/A alla Comunità Capodarco Teverola». La struttura era stata affidata alla comunità in comodato d’uso nel 2002 per ospitare una casa famiglia. Alla “Compagnia dei Felicioni” era stata concessa, poi, una proroga dal commissario straordinario nel 2010 prima delle elezioni, ma con l’arrivo di Michele Griffo a primo cittadino le cose sono cambiate, sin dall’inizio. Uno dei suoi primi provvedimenti da neoeletto sindaco è stato proprio quello di revoca della proroga del comodato concesso dal commissario straordinario accusando la Comunità di Capodarco di essere «un’associazione a delinquere». Una vicenda in cui non mancano neanche i colpi di scena. Sulle pagine del quotidiano il Mattino di oggi, infatti, è lo stesso collaboratore di giustizia De Simone a dirsi «contentissimo» di sapere che la villa a lui confiscata oggi accolga minori sfortunati e che «il sindaco Griffo sbaglia, la comunità è utile. Dinanzi a dei bambini che non hanno avuto la fortuna di nascere in una famiglia sana e al sicuro – dichiara De Simone al quotidiano -, è dovere del Comune badare a loro». Nonostante la sentenza del Tar, l’ordine del giorno fissato dal sindaco di Trentola Ducenta continua a preoccupare il mondo delle associazioni. A sostegno della casa famiglia, si è schierato il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca). «Siamo costretti ancora una volta a prendere posizione in favore della Compagnia dei Felicioni - dichiara don Armando Zappolini, presidente del Cnca -. Il sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo, continua infatti ad accanirsi contro un’esperienza che meriterebbe invece il plauso delle Istituzioni e della comunità locale. Ora vorrebbe sfrattare definitivamente la casa famiglia. È intollerabile che, in una zona povera di servizi ai cittadini e caratterizzata dalla presenza di una delle mafie più potenti al mondo, l’amministrazione comunale investa il suo tempo e le sue energie in una guerra insensata contro questo esempio non comune di coraggio e solidarietà. Chiediamo perciò alla politica e alla società civile di attivarsi per sostenere la Compagnia dei Felicioni».

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