mercoledì 9 settembre 2020
Dibattito aperto sulle immagini dal portico dell'ex chiesa di San Francesco. Angela Corengia: l'uomo era stato invitato ad alzarsi più volte per la sanificazione
L'assessora toglie coperta a senza tetto: è polemica. Ma lei si difende
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Stentano a placarsi, a Como, le polemiche scaturite dalla pubblicazione, in rete, di un video nel quale Angela Corengia, assessora comunale ai Servizi sociali, con delega a politiche educative, giovanili, asili nido, assemblee di zona e partecipazione, toglie la coperta a un giovane migrante senza tetto, accampato, con il suo giaciglio di fortuna, sotto i portici della ex chiesa di San Francesco (sconsacrata, di proprietà del Comune e destinata a spazio espositivo).

Da giugno, a cadenza regolare, l’amministrazione cittadina ha stabilito l’esecuzione di interventi di pulizia e sanificazione del loggiato sotto il quale, stabilmente, trovano riparo notturno diversi senza fissa dimora, principalmente di origine straniera. Siamo a ridosso delle mura del centro di Como, fra il Mercato Coperto e il Tribunale.

Dopo un iniziale no comment, Corengia, di fronte al montare delle proteste, ha risposto di valutare l’intero contesto. On line è visibile il momento in cui l’assessore toglie la coperta, per depositarla energicamente sul prato antistante il portico. Nei minuti precedenti, Corengia – che tre giorni fa è stata accusata di “paternalismo” per aver dato qualche euro ad alcuni di quegli stessi clochard di San Francesco – aveva chiesto ai senza dimora di alzarsi per consentire le operazioni di pulizia.

Con il giovane meno propenso a svegliarsi, l’assessora ha scelto il metodo più diretto: scoprirlo. Una volta alzatosi, il migrante ha aspettato, sul prato dove la sua coperta era stata spostata, la conclusione della sanificazione.

Il gesto di Corengia – commercialista eletta nella lista civica di centro-destra del sindaco Mario Landriscina, già presidente del Rotary Baradello e un passato di incarichi in associazioni di volontariato della città – ha suscitato grande dibattito, mettendo in evidenza le tensioni interne alla stessa maggioranza e riaprendo il confronto sulla gestione della marginalità a Como, lasciata, troppo spesso, alla sola iniziativa del volontariato e del Terzo Settore (soprattutto Caritas, religiosi e parrocchie).

Fra i commenti in rete non mancano quelli di operatori del mondo socio-sanitario e di volontari che evidenziano come quella a San Francesco sia una situazione di degrado che va affrontata a prescindere dall’episodio specifico, senza dimenticare le difficoltà che nascono dal fatto che alcuni dei senza dimora lì accampati hanno scelto di restarvi nonostante le alternative proposte.

Una situazione complessa, che vedrà questa sera, in Consiglio Comunale, la presentazione di una mozione, da parte della Lega, per mettere una cancellata al portico di San Francesco e impedire, così, ai senza tetto di trovarvi riparo.

Resta intanto aperto, ed è quasi tutto da scrivere ex novo, il capitolo relativo all’individuazione degli spazi necessari per allestire il dormitorio invernale. È una città che si interroga, Como, a partire anche dalle parole pronunciate pochi giorni fa dal Vescovo monsignor Oscar Cantoni in occasione della festa del patrono Sant’Abbondio: «Finché nella nostra Città uomini e donne vivranno nelle tenebre della solitudine, del degrado, dell’ingiustizia, senza una fissa dimora, significa che la luce non ha ancora invaso le nostre scelte, che la buona notizia dell’amore non ci ha ancora del tutto contagiati».

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