lunedì 25 luglio 2022
La legge elettorale con cui si andrà al voto il 25 settembre, il Rosatellum, prevede che 3/8 dei seggi di Camera (147 su 400) e Senato (74 su 200) siano assegnati in collegi uninominali
L'aula del Senato

L'aula del Senato - Ansa

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La spinta ad allearsi: negli "uninominali" 221 seggi su 600

La legge elettorale con cui si andrà al voto il 25 settembre, il Rosatellum, prevede che 3/8 dei seggi di Camera e Senato siano assegnati in collegi uninominali. Con il taglio dei parlamentari varato nella legislatura che va a chiudersi, la norma prevede che 147 dei 400 seggi della Camera e 74 dei 200 del Senato vengano assegnati negli uninominali. In questi collegi in cui prevale lo spirito "maggioritario", vince chi prende un voto in più. Questo spinge alla formazione di coalizioni: i partiti nei collegi proporzionale si misurano e sfidano con i propri listini bloccati, ma negli uninominali hanno bisogno di stare dentro un’alleanza, diversamente la loro partecipazione diventerebbe puramente velleitaria.

La parte proporzionale: listini "blindati" e pluricandidature

Tolti i seggi assegnati con gli "uninominali", e tolti i seggi riservati agli eletti all’estero (8 deputati e 4 senatori), la restante parte dei posti da alla Camera e al Senato è distribuita attraverso collegi plurinominali in cui i partiti si presentano con il proprio simbolo e con "listini bloccati" di massimo quattro persone. Ovvero: il cittadino mette la X sul simbolo, non esprimo una preferenza sui nomi. Il singolo candidato può correre in cinque diversi collegi plurinominali (i leader sono di solito blindatissimi). La ripartizione dei seggi è effettuata in proporzione alle percentuali incassate dal partito: a livello nazionale per la Camera, su scala regionale per il Senato.

Le soglie di sbarramento: per le liste necessario arrivare al 3%

Il Rosatellum prevede diverse soglie di sbarramento, ossia percentuali di voti al di sotto delle quali non si viene ammessi alla ripartizione dei seggi nei collegi plurinominali. Non si accede al riparto proporzionale se la singola lista non raggiunge il 3% dei voti a livello nazionale (con l’eccezione delle liste relative alle minoranze linguistiche, per le quali la soglia è al 20% nella Regione di riferimento). Per le coalizioni, la soglia di sbarramento è del 10% a livello nazionale, purché l’alleanza comprenda almeno una lista che abbia superato la soglia-base del 3%. Questo spinge partiti che non sono sicuri di arrivare al 3% da sole a comporre liste insieme ad altre forze politiche.

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