Una classe di scuola primaria - Ansa
Da «ottimo» a «non sufficiente». Sono questi gli estremi, in positivo e in negativo, dei nuovi giudizi sintetici alla scuola primaria, rientrodotti dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, con un’ordinanza firmata nelle scorse ore. Nello stesso documento si stabilisce che, alle scuole medie, la valutazione della condotta degli studenti sarà espressa in decimi: coloro che otterranno un punteggio inferiore a 6/10 non saranno ammessi alla classe successiva o all’esame conclusivo del primo ciclo.
Con questo provvedimento, che entra in vigore dall’anno scolastico in corso, si chiudono mesi di dibattito sull’opportunità o meno di tornare ai giudizi sintetici alla primaria, a poco più di quattro anni dall’introduzione dei giudizi descrittivi (In via di prima acquisizione, base, intermedio, avanzato), che, a loro volta, avevano preso il posto dei voti numerici. La scorsa primavera, quando è stata avviata la discussione in vista della riforma di quest’anno, è stata lanciata anche una petizione online per il mantenimento dei giudizi descrittivi alla primaria, che ha raggiunto quasi le 10mila adesioni, fra educatori, insegnanti e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo.
Nel dibattito era intervenuta anche l’Associazione italiana maestri cattolici (Aimc) - sezione di Milano e Monza e Brianza che, in un documento, chiedeva di conservare la «valutazione formativa», l’unica in grado di «restituire agli alunni e alle loro famiglie il percorso di crescita che i bambini e i ragazzi stanno compiendo».
La nuova griglia di valutazione - che non comprende il «gravemente insufficiente», considerato inopportuno da educatori e pedagogisti - oltre al giudizio sintetico, prevede anche una «descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti per ciascuna disciplina, compreso l’insegnamento dell’educazione civica», si legge in una nota ministeriale.
«Questa riforma – sottolinea il ministro Valditara – segna un passo importante verso un sistema educativo più chiaro e trasparente, volto alla crescita formativa degli studenti. L’introduzione dei giudizi sintetici nelle scuole primarie, molto più comprensibili dei precedenti livelli, permette infatti di tracciare con maggiore chiarezza il percorso formativo degli alunni, migliorando la comunicazione con le famiglie e al tempo stesso l’efficacia della valutazione – sottolinea il ministro –. Il voto di condotta nella scuola secondaria di primo grado – aggiunge – mira a rafforzare la responsabilità individuale e il rispetto delle regole. Un’attenzione particolare sarà riservata alla valutazione degli studenti con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento, assicurando così un approccio inclusivo e personalizzato alle necessità di ogni singolo alunno», conclude Valditara.
Ora, ricorda il comunicato del Ministero, «le scuole avranno tempo fino all’ultimo periodo dell’anno scolastico in corso per adattarsi alle nuove disposizioni e assicurarsi che le famiglie siano pienamente informate».
L’ordinanza ministeriale «non coglie di sorpresa ma indigna profondamente la scuola italiana», si legge in una nota della Flc-Cgil. Che considera «sanzionatorio e punitivo» il nuovo sistema di valutazione individuato dal Ministero.
«Secondo la logica ministeriale, ispirata coerentemente alla nota pedagogia del merito e dell’umiliazione – continua la nota del sindacato – i giudizi sintetici nella scuola primaria sanciscono difficoltà e carenze, privando la valutazione della funzione di miglioramento dei processi di insegnamento e apprendimento. – prosegue il comunicato della Filc-Cgil –. Si decreta, inoltre, che la scuola, nella fase delicata della pre-adolescenza, non ha strumenti per educare al rispetto delle regole e del bene comune se non ricorrendo a votacci e bocciature. Siamo certi – conclude la nota – che la scuola, nel suo complesso, abbia molte più risorse educative».
Ferma contrarietà al ritorno dei voti sintetici è stata espressa anche dalle associazioni studentesche. Per il coordinatore della Rete degli Studenti Medi, Paolo Notarnicola, si tratta di «un inutile ritorno al passato che nulla ha che fare con scelte di tipo pedagogico». E sul voto in condotta: «Crediamo davvero che un numero possa valutare il comportamento di uno studente, senza tenere in considerazione attitudini personali e situazioni familiari?», si chiede. «Noi pensiamo che in coerenza con quelle che sono state le politiche di Valditara fino a ora, anche questo cambiamento sia volto a dare una svolta più autoritaria alle scuole secondo il modello del rispetto e dell'autorità del docente che il ministro non ha mai nascosto di voler promuovere», è il commento poi di Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti.