sabato 12 dicembre 2020
Raggiunte le 2.600 tonnellate di cibo. Il presidente della Onlus, Giovanni Bruno: «Per rispettare le norme di sicurezza abbiamo dovuto rinunciare alla presenza dei volontari davanti ai supermercati»
Il magazzino del Banco Alimentare ad Aprilia, nel Lazio, durante la raccolta 2020

Il magazzino del Banco Alimentare ad Aprilia, nel Lazio, durante la raccolta 2020 - Ansa

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Il Covid-19 non ha fermato la Colletta Alimentare, e i risultati confermano che gli italiani hanno un cuore grande, anche in un momento così difficile. Tra il 21 novembre e il 10 dicembre – il periodo in cui quest’anno si è svolta la raccolta, solitamente concentrata nell’ultimo sabato di novembre – sono state donate 2.600 tonnellate di cibo, equivalenti a 5,2 milioni di pasti.

Le donazioni sono state fatte utilizzando le card disponibili nei 6.000 punti vendita che hanno aderito all’iniziativa, oppure facendo la spesa online nei siti di Amazon e Esselunga. «Le circostanze quest’anno erano avverse – commenta Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus –. Per rispettare le normative di sicurezza abbiamo dovuto rinunciare a svolgere il gesto in una forma che in 24 anni era divenuta familiare a tutti, in particolare è venuta meno la presenza di migliaia di volontari alle porte dei supermercati, e abbiamo chiesto alla gente di utilizzare un nuovo strumento per contribuire alla raccolta, che per molti poteva risultare meno immediato. Ma i risultati testimoniano una disponibilità operosa presente nella società. Come ci ricorda Papa Francesco, “da una crisi non si esce uguali a prima, si esce migliori o peggiori. E la solidarietà è una strada per uscire migliori”».

Gli alimenti ricavati dagli importi raccolti con le card o con la spesa online verranno consegnati alle 8.000 strutture caritative convenzionate con il Banco Alimentare, che aiutano 2 milioni 100mila persone in difficoltà, un numero in forte aumento a causa delle difficoltà economiche provocate dalla pandemia.

Particolarmente significativa la partecipazione alla Colletta da parte dei detenuti in oltre 15 carceri del Paese. Nella Casa circondariale di Taranto, dove per il settimo anno si è svolta l’iniziativa, sono stati raccolti 2.200 euro con il sistema del sopravvitto, che prevede l’acquisto da parte dei carcerati di generi alimentari supplementari rispetto a quanto distribuito dall’amministrazione carceraria, che vengono poi donati al Banco Alimentare. «Ancora una volta le persone detenute hanno partecipato con grande generosità, tenuto conto delle difficoltà economiche in cui si trovano – dice la direttrice Stefania Baldassarri –. Il cibo verrà donato a favore delle famiglie più bisognose della parrocchia di Sant’Antonio al quartiere Borgo, dove operano le volontarie vincenziane. È la testimonianza che la detenzione può diventare un’occasione per un cammino di rinascita dell’umano e di partecipazione costruttiva alle esigenze della società».

Anche a Opera, alle porte di Milano, la Colletta proposta dall’associazione Incontro e Presenza ha registrato un’ampia adesione da parte della popolazione carceraria nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia (vedere a fianco), mentre a Catania per la prima volta l’iniziativa ha visto la partecipazione congiunta di detenuti e agenti di polizia penitenziaria e polizia amministrativa. Una piccola-grande conferma che il desiderio di bene non conosce confini e abita nel cuore di ogni persona.

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