mercoledì 20 dicembre 2017
Dopo il terremoto del 2009 in Abruzzo la basilica sembrava un tesoro perduto, oggi la riapertura. L'appello dell'arcivescovo dell'Aquila: far ripartire anche il cantiere del Duomo
L'Aquila, riaperta la basilica di Santa Maria di Collemaggio
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Oggi tutti sono con il naso all'insù, aquilani e non. Quello che, subito dopo il terremoto del 2009 in Abruzzo, sembrava un tesoro ormai irrimediabilmente perduto ritrova adesso un nuovo splendore.

Torna agli aquilani a pochi giorni dal Natale, baciata dal sole e dalla neve, la basilica di Santa Maria di Collemaggio, il simbolo dell'Aquila e del messaggio di riconciliazione di Celestino V. E lo fa mantenendo la sua maestosità nella struttura e la semplicità nella navata in pietra e nel tetto a cassettoni in legno, crollato insieme a parte dell'abside nella notte del 6 aprile di otto anni fa.
A permettere che questo gioiello del 1294 tornasse disponibile per la Messa di Natale è stata l'Eni, che con una donazione di 14 milioni di euro ha ricostruito la basilica, il monastero annesso e il parco del Sole (sarà ultimato in primavera) dopo quattro anni di cantiere.

"È un giorno di gioia per un evento di grande portata ecclesiale e sociale, il simbolo che il sisma non ha messo in ginocchio la città", dice l'arcivescovo metropolita Giuseppe Petrocchi, lanciando un "appello accorato per far partire prima possibile anche il cantiere del duomo".

Però oggi si pensa a Collemaggio e al ritorno in basilica dell'urna contenente le spoglie del monaco eremita Pietro da Morrone, traslata durante la cerimonia di riapertura della chiesa aquilana di stamattina. Un risultato "frutto della positiva collaborazione tra pubblico e privato - ricorda il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini durante la cerimonia - e che dimostra l'eccellenza delle nostre strutture di restauro. Questo è un atto dovuto agli aquilani che tanto hanno sofferto per il terremoto".



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