giovedì 30 agosto 2012
​I lavoratori in lotta: «Siamo esasperati e pronti a tutto». Sostegno alla battaglia per l’occupazione è arrivato dal presidente Napolitano: «Sono sicuro che non mancherà da parte di nessuno la consapevolezza dell’esigenza di trovare soluzioni sostenibili». Ieri conferenza stampa 400 metri sotto terra.
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«Sono sicuro che non mancherà da parte di nessuno, e tanto meno da parte delle forze del lavoro, la realistica e coraggiosa consapevolezza dell’esigenza di trovare per problemi così acutamente aperti soluzioni sostenibili». Lo ha detto ieri, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo sulla vicenda della Carbosulcis.«Vorrei che i minatori del Sulcis – ha proseguito il capo dello Stato – impegnati in una prova durissima, sapessero come mi senta profondamente partecipe della loro condizione e delle loro ansie. La loro storia è parte integrante della storia del lavoro in Sardegna ed è espressione specialissima di attaccamento alla loro terra e di impegno umano e professionale, anche nelle condizioni più pesanti, nell’interesse generale della Regione e del Paese. Capisco perciò fino in fondo la volontà di lotta che manifestano per una causa di vitale importanza per ciascuno di essi e per le loro famiglie». Napolitano ha anche parlato del vertice di domani a Roma. «Ritengo che debba costituire un’occasione di bilancio delle verifiche e delle esplorazioni già compiute, e dare prime risposte che possano trasmettere serenità e fiducia in un momento così drammatico specie per i lavoratori raccoltisi nella profondità della miniera».Sulla situazione venutasi a creare in Sardegna, è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri: «La situazione è molto complessa e ha tante sfaccettature. È un tema all’attenzione del governo».Ieri, intanto, i minatori hanno convocato una conferenza stampa a 400 metri di profondità, per ribadire che «la miniera non deve morire». «Se qualcuno ha deciso di ammazzare le famiglie dei minatori prima ci ammazziamo noi». Sono state le parole di Stefano Meletti il rappresentante Rsu Uil che ieri mattina si è ferito al braccio con un coltello. Subito bloccato dai compagni, che hanno evitato una tragedia, il minatore è stato soccorso immediatamente e adesso si trova ricoverato all’ospedale. Le sue condizioni sono buone: solo ferite superficiali. Il fatto, cartina di tornasole dell’esasperazione dei minatori Carbosulcis, è successo al quarto giorno di occupazione dei pozzi di Nuraxi Figus, a quasi 400 metri di profondità, durante una conferenza stampa convocata nelle viscere della terra davanti alla “Santa Barbara” della galleria dove è custodito l’esplosivo.A commentare l’episodio, che poteva avere tragiche conseguenze, è un sindacalista. «Siamo stanchi e le informazioni che arrivano dalle pagine dei giornali non ci aiutano affatto – dice Luigi Marotto, Rsu Cisl –. La notizia che esponenti del governo ritengono che il progetto Carbosulcis non sia competitivo e quindi non si può fare, ci fa semplicemente imbestialire».Di esasperazione ha parlato anche Giancarlo Sau, della Rsu Cgil che ha spiegato il perché delle conferenza stampa sottoterra di ieri mattina. «Siamo pronti a tutto – ha detto – siamo esasperati e lo sconforto rischia di coinvolgerci tutti». I minatori hanno iniziato una battaglia decisi a non soccombere. Adesso solo un decisivo intervento del governo potrà sciogliere il presidio. Il consiglio Regionale, la cui assemblea resta convocata in via permanente sino alla riunione di domani a Roma, ha dato il primo segnale con 45 “si” all’ordine del giorno Carbosulcis.
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