sabato 17 gennaio 2015
​La decisione dopo l'esito delle primarie in Liguria che hanno visto la vittoria di misura di Raffaella Paita ma soprattutto l'"incredibile silenzio" dei vertici del partito.
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​​È l'"incredibile silenzio" dei vertici nazionali del Pd di fronte alle sue denunce di irregolarità ad avere spinto Sergio Cofferati a lasciare il partito dopo la sconfitta alle primarie liguri. Venerdì sera era arrivata la proclamazione della vittoria di Raffaella Paita da parte dell'ufficio politico del Pd e Matteo Renzi aveva subito invitato il partito a sostenerla per vincere la sfida di maggio. "Renzi - aveva annunciato Paita da Roma - mi ha detto che il partito unito si stringerà attorno alla mia candidatura". "In un partito che non dice nulla di fronte a fatti di questo genere -ha risposto oggi l'ex segretario della Cgil - io non posso più restare". L'europarlamentare ha sottolineato il motivo della sua fuoriuscita dal Pd con una conferenza stampa sabato pomeriggio al teatro Carlo Felice di Genova, nella quale ha elencato le irregolarità che avrebbero alterato "il senso e il contenuto"delle votazioni", precisando che tutti gli esposti sono pervenuti da lui o da suoi sostenitori. "Non ho capito perché - ha aggiunto - sono stati cancellati tutti i voti nei seggi in cui si sono verificate irregolarità e non soltanto i voti irregolari". "Ai 13 seggi cancellati dal Collegio dei Garanti - ha precisato - vanno poi aggiunti i seggi in cui sta indagando la procura o di cui si sta occupando l'antimafia. Confermo tutti i sospetti peggiori che avevo e faccio notare che le primarie di Napoli furono invalidate per contestazioni riscontrate in solo tre seggi". Elencando le irregolarità riscontrate, Cofferati ha accennato alla "partecipazione anomala di povere persone straniere, istruite su come votare, in alcuni casi si parla di denaro", ma ha definito come fatto più grave "l'inquinamento del voto che si è avuto sollecitando e ottenendo voti del centrodestra", facendo i nomi di Saso, Minasso e Orsi. "Inaccettabile", poi, che "un fascista non pentito venga a votare alle primarie del mio partito senza che nessuno obbietti nulla. Si tratta di un grave problema etico che non viene affrontato". "Un grave problema politico e morale", nel suo complesso, è il fatto che "il centrodestra si sia mobilitato alle primarie del centrosinistra" e addirittura "un ministro come Pinotti abbia teorizzato l'opportunità di fare nascere qui in Liguria un governo con il centrodestra sul modello nazionale e non sia stata smentita da nessuno". Cofferati ha concluso la sua conferenza stampa dichiarando di uscire dal Pd senza l'intenzione di costituire un altro partito. Tuttavia, nel mondo alla sinistra del Pd, che cerca un'alternativa a Matteo Renzi, la sua decisione ha aperto nuove prospettive. Secondo Angelo Chiaromonte, coordinatore regionale di Sel "l'annuncio di Sergio Cofferati di uscire dal Pd rappresenta un fatto politico di grande rilevanza che avrà conseguenze nel panorama nazionale e locale". "A questo punto - aggiunge il deputato ligure di Sel Stefano Quaranta - dovremo lavorare per costruire un'alternativa credibile per le elezioni regionali di maggio con un progetto politico ampio e inclusivo e una candidatura alla presidenza che possa parlare a tutto l'elettorato di centrosinistra, da Sel a Rifondazione dai civatiani a quella componente del Pd che non si riconosce più nel suo partito. Coinvolgendo cittadini e associazioni per un soggetto plurale e alternativo".
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