martedì 17 gennaio 2012
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​«Il prossimo Consiglio dei ministri dichiarerà lo stato d’emergenza in seguito al naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio». L’annuncio arriva dalla viva voce di Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, al termine del vertice svoltosi ieri presso la Prefettura di Livorno. «La dichiarazione – ha chiarito Clini – comporta che tutte le operazioni che riguardano questo incidente sono di interesse nazionale e vedono la partecipazione delle istituzioni nazionali e del governo, congiuntamente con la Regione Toscana». Il rischio ambientale è altissimo: per gestire l’emergenza, il governo nominerà un commissario «che dovrà presiedere come figura plenipotenziaria», ha spiegato il governatore della Toscana, Enrico Rossi. Il vertice – a cui erano presenti anche Anna Rita Bramerini, assessore regionale all’Ambiente, il prefetto e il comandante della capitaneria di Porto di Livorno – era stato richiesto dalla Regione in seguito al rilascio – il 17 dicembre scorso, al largo dell’isola di Gorgona – di 200 bidoni contenenti sostanze chimiche da una delle navi della compagnia Grimaldi, il cargo Venezia. Entro 48 ore dovrà arrivare dalla Grimaldi un piano di individuazione e di recupero dei fusti che la Regione valuterà congiuntamente al ministero, nell’ambito del gruppo di monitoraggio costituito in prefettura.Intanto, sono in corso anche i rilievi sui liquidi fuoriusciti dalla nave e si è già provveduto a proteggere lo scafo per evitare che queste perdite si diffondano. «È stata concordata con la Regione – spiega Clini – una collaborazione per il monitoraggio del mare ai fini della sicurezza e del controllo delle perdite in mare legate in particolare al lavaggio delle navi». E il governatore Rossi aggiunge: «Abbiamo richiesto che ci fosse un approfondimento sulle regole e di navigazione esistenti. Vorremmo che si costituissero modelli di controllo attraverso l’utilizzo delle tecnologie più avanzate, perché in questo tratto di mare antistante la Toscana, non ci si avvicini avventatamente alle isole».In merito al naufragio, il ministro ha spiegato: «Cominciano a esserci trafilamenti di materiale liquido, non sappiamo se questi fanno riferimento a carburante, il che vorrebbe dire che c’è un problema sui serbatoi, oppure ad altri liquidi che sono presenti nella nave. I rilievi in corso consentiranno di comprendere la natura di queste perdite – ha spiegato – e nel frattempo è stata avviata la protezione dello scafo con delle panne che consentano di circoscrivere le perdite». Il ministro puntualizza che il sequestro della Costa Concordia da parte della magistratura «non libera l’armatore dall’obbligo di presentare e adottare le misure necessarie per rimuovere i fattori di rischio». E ieri sera ha sollecitato Costa Crociere a presentare al più breve il piano di svuotamento dei serbatoi, sempre ammesso che la nave rimanga in posizione. Secondo il ministro, infatti, se la nave dovesse affondare «ci sarebbe bisogno di tutt’altro tipo di operazioni», e in quel caso «sarebbe difficile fare una previsione: potrebbe anche spezzarsi. È l’incubo che abbiamo da tre notti». Una vera e propria «corsa contro il tempo», dal momento che «lo svuotamento non può essere fatto prima che siano finite le operazioni di soccorso».
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