giovedì 7 ottobre 2010
In via Po, nella Capitale, un gruppo ancora non identificato di esponenti della sinistra antagonista ha lanciato fumogeni, uova e vernice rossa Protagonisti dell’attacco nel Lecchese, invece, ancora alcuni operai metalmeccanici della Fiom, che hanno fatto irruzione negli uffici gridando insulti contro i loro colleghi sindacalisti
INTERVISTA - Bonanni: «Cultura squadrista La Fiom si fermi»
- Spirale da spezzare di Marco Tarquinio
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Attacchi a raffica contro la Cisl. Per il sindacato guidato da Raffaele Bonanni quella di ieri è stata una giornata sotto assedio. Con inevitabili ripercussioni in casa Cgil, dove il segretario Epifani (che ha subito telefonato a Bonanni, vedi sotto) pretende ora chiarezza dalla Fiom, la sigla di categoria dei metalmeccanici convocata per lunedì prossimo. E anche Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, invita ora la Fiom a prendere iniziative «chiare e nette».Gli atti di violenza sono arrivati stavolta fino alla sede nazionale di via Po a Roma, a due passi da villa Borghese, colpita da alcuni fumogeni e sottoposta a un lancio di uova, vernice rossa e volantini. Il blitz, nella mattinata, è stato compiuto da un gruppetto non identificato di esponenti di "Action diritti in movimento", che fa capo alla cosiddetta sinistra antagonista e già autore in passato di altri atti provocatori (come il letame rovesciato anni fa davanti a casa di Berlusconi). Questa organizzazione si è distinta soprattutto per l’occupazione di case ed è una realtà ben organizzata, tanto da essere riuscita ad eleggere dentro il consiglio comunale di Roma un suo esponente (prima Nunzio D’Erme e, dal 2008, Andrea Alzetta, detto "Tarzan").Non solo: più o meno nelle stesse ore a Merate (Lecco) alcuni operai metalmeccanici che aderivano a uno sciopero con presidio, indetto dalla sola Fiom in una fabbrica locale, hanno fatto irruzione nella vicina sede cislina gridando insulti contro i loro colleghi sindacalisti. E a Ivrea sul muro di una chiesa, che si trova in via Riva vicino sempre a una sede della Cisl, sono apparse nella notte le scritte "Marchionne e Bonanni... sacconi (chiara allusione al ministro del Lavoro, ndr) di m...." e, ancora, "il 16 ottobre tutti a Roma", accompagnate dal simbolo della falce e martello. Un riferimento, quello al 16, che vale come una firma, dato che è il giorno per il quale è convocata a Roma la manifestazione nazionale dei metalmeccanici, indetta appunto dalla Fiom-Cgil a seguito della vertenza Fiat. Un evento di piazza che, a questo punto, acquista una rilevanza anche in termini di ordine pubblico. Al pari dell’altra manifestazione, questa voluta invece dalle sole Cisl e Uil, che la precederà di una settimana - il 9, sempre a Roma -, in questo caso per reclamare meno tasse sul lavoro.Gli episodi di ieri sono ancor più gravi perché preceduti da altre azioni, a partire dalla contestazione fatta a Bonanni l’8 settembre alla festa del Pd, a Torino, con tanto di fumogeno lanciato verso di lui. Nella capitale il prefetto Pecoraro e il questore Tagliente hanno subito disposto una vigilanza fissa davanti al palazzo della Cisl. Le indagini sono affidate alla Digos, che sta vagliando le immagini registrate dalle telecamere fisse. Peraltro il blitz è chiaramente rivendicato anche sul sito www.actiondiritti.net , sotto l’eloquente titolo «meglio un uovo oggi che senza diritti domani». «Contestiamo la Cisl e la Uil – si legge nel sito – perché fanno parte di quella casta distante dai problemi quotidiani che decide a tavolino sulla pelle delle persone, senza sapere che cosa vuol dire perdere diritti e dignità».Il comunicato diffuso dalla Cisl ha esortato comunque tutti i suoi iscritti e militanti a «non farsi intimidire da questi episodi di puro squadrismo organizzato». Questa volta la reazione è stata, però, davvero netta. Anche se a Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, non è piaciuta però l’"intromissione" della Marcegaglia, la quale ha sottolineato che Confindustria saprebbe come reagire se «fosse successa una cosa simile da parte di un nostro associato». Epifani ha risposto che «la Cgil sa cosa deve fare, non ha bisogno di ricevere lezioni da nessuno».
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