lunedì 8 febbraio 2010
Il figlio dell'ex sindaco di Palermo ha detto oggi che la nascita di Forza Italia fu il frutto del negoziato tra Stato e mafia. Arlacchi (IdV): non credo a una parola, Di Pietro stia attento.
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Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo Vito, ha detto oggi, deponendo come testimone al processo per favoreggiamento a carico dell'ex comandante dei Ros Mario Mori, che suo padre gli disse che Forza Italia era frutto di una trattativa con Cosa Nostra. "Mio padre mi disse che Forza Italia era nata in seguito alla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia", ha detto Ciancimino nell'aula bunker, rispondendo ad una domanda su un pizzino, depositato agli atti del processo, e che a suo dire sarebbe stato scritto dal boss Bernardo Provenzano a Vito Ciancimino e indirizzato a Silvio Berlusconi e al senatore del Pdl Marcello Dell'Utri.Le dichiarazioni di Ciancimino sono, secondo l'avvocato del premier, Nicolò Ghedini, "destituite di ogni fondamento" , "totalmente inverosimili e prive di ogni dignità logica"."Spiace che qualcuno possa dare anche un minimo credito a prospettazioni che la storia di Forza Italia e del Presidente Berlusconi hanno dimostrato concretamente e con atti di governo essere completamente inesistenti", si legge in una nota.CIANCIMINO SCRISSE A DELL'UTRI E BERLUSCONINel "pizzino" Provenzano avrebbe fatto riferimento a una intimidazione nei confronti del figlio di Berlusconi: "Intendo portare il mio contributo -- è scritto nel pizzino -- che non sarà di poco conto perché questo triste evento non si verifichi. Sono convinto che Berlusconi potrà mettere a disposizione le sue reti televisive"."Mio padre -- ha detto Massimo -- mi raccontò che questo biglietto, assieme all'immunità di cui aveva goduto Provenzano e alla mancata perquisizione del covo di Riina dopo il suo arresto, erano il frutto di un'unica trattativa con lo Stato che andava avanti da anni. Con questo messaggio -- ha continuato -- Provenzano voleva richiamare il partito di Forza Italia, nato grazie alla trattativa, a tornare sui suoi passi e a non scordarsi che lo stesso Berlusconi era frutto dell'accordo".Durante l'udienza, Ciancimino ha consegnato una lettera manoscritta che suo padre Vito scrisse a Dell'Utri e "a Berlusconi per conoscenza".I pm hanno chiesto di acquisirla e il Tribunale ha accolto la richiesta. La difesa di Mori non si è opposta. Il contenuto della lettera non è stato reso noto.La settimana scorsa, nella sua deposizione Ciancimino ha detto che Provenzano, capo indiscusso di Cosa Nostra dal 1993 -- anno dell'arresto di Totò Riina, l'ideatore della strategia stragista mafiosa -- fino all'11 aprile 2006, giorno del suo arresto dopo 43 anni di latitanza, godeva di una sorta di "immunità" che gli consentiva di muoversi liberamente.Il figlio dell'ex sindaco di Palermo condannato per mafia e morto nel 2002 fece clamore lo scorso anno consegnando ai magistrati della procura di Palermo un documento, il cosiddetto "papello", contenente le presunte richieste di Cosa Nostra allo Stato nell'ambito di una presunta trattativa per mettere fine alle stragi.Ciancimino sta deponendo al processo davanti al tribunale penale di Palermo, dove l'ex comandante dei Ros Mario Mori e il colonnello dei carabinieri Mauro Obinu, sono imputati per favoreggiamento per la mancata cattura di Provenzano nel 1995.Nelle precedenti udienze il teste ha citato diversi esponenti politici, incluso Dell'Utri, sostenendo che suo padre gli aveva parlato di loro rapporti con Provenzano.Arlacchi: Non credo a Ciancimino.  "Non credo a una parola di quanto detto da Ciancimino. E queste storie le abbiamo già viste e sentite. Sono parole che non giovano altri che a Berlusconi, si vuole sollevare un gran polverone e screditare così la figura dei pentiti in generale". Così l'eurodeputato dell'Italia dei Valori Pino Arlacchi, tra i creatori della Direzione Investigativa Antimafia e amico di Falcone, commenta a CNRmedia la deposizione di oggi di Massimo Ciancimino. "Ciancimino - continua Arlacchi - ha una posizione giudiziaria interessata ed ha una scarsa attendibilità, a tanti anni di distanza.  Lavorando insieme a Falcone so che questo tipo di dichiarazioni vanno prese con grande cautela e non vanno sbandierate. Non sono d'accordo nemmeno con Di Pietro che parla di governo paramafioso. Proprio Di Pietro che ha avuto a che fare con casi molto delicati sa che queste dichiarazioni vanno prese con grande prudenza. Infine, trovo paranoide il discorso di Forza Italia che nasce da una trattativa Stato-mafia. Forza Italia è stata una operazione di marketing politico molto lucida, sofisticata e di successo ed è con questo che dobbiamo fare i conti dal '94. La presunta trattativa tra Stato e mafia - conclude - non c'entra nulla".Gasparri: Ciancimino, una farsa per salvare il proprio patrimonio.  "Dopo le ultime deliranti dichiarazioni è chiaro che Ciancimino figlio apre bocca solo per difendere i propri interessi economici". Ad affermarlo è il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. "Pur di salvare quel patrimonio accumulato per anni illegalmente - aggiunge Gasparri - è disposto a dire cose impensabili. Comprese le fandonie che contrastano in maniera clamorosa con ciò che democraticamente il popolo italiano ha decretato con scelte elettorali chiare e nette. È ora di dire basta con la vergogna di questi pseudo pentiti alla ribalta". 
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