sabato 31 ottobre 2015
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Un milione e 800mila visitatori al Padiglione della Santa Sedepremiato ieri dal Bie (Bureau International des Expositions) con l’«oro» per lo «sviluppo del tema» di Expo e dove, nei sei mesi dell’evento, sono stati raccolti 150mila euro per le donne e i bambini rifugiati nei campi della Giordania. Duecentocinquantamila visitatori all’edicola Caritas, sorta a fianco del padiglione della Veneranda Fabbrica del Duomo con la copia  della Madonnina in scala uno a uno. Cinquantamila persone – in piazza Duomo, stavolta sotto lo sguardo della Madonnina originale – la sera del 18 maggio per il grande evento «eucaristico » Tutti siete invitati,  alla vigilia del Caritas Day che ha portato a Milano delegati delle Caritas di tutto il mondo per le conclusioni della campagna globale  Una sola famiglia umana, cibo per tutti. Tremila persone alla «Mensa dei popoli» che il 4 ottobre, festa di San Francesco, ha raccolto, a Cascina Triulza, poveri arrivati da tutta la Lombardia.  E poi: dieci tonnellate di eccedenze alimentari, raccolte in Expo principalmente grazie all’accordo fra Caritas Ambrosiana e Coop, che hanno permesso di offrire 11.800 pasti di qualità alle persone «fragili» che dai primi di giugno fanno riferimento al Refettorio Ambrosiano, realizzato nell’ex teatro parrocchiale di Greco, alla periferia di Milano, nato da un’idea dello chef Massimo Bottura e del regista Davide Rampello, e che rimarrà oltre l’Expo come opera segno della diocesi ambrosiana.  E poi: 1.300 buoni pasto da 5 euro distribuiti dalla Caritas a persone impegnate in tirocini e corsi di riqualificazione professionale, raccolti da agosto grazie all’iniziativa denominata «Cena Sospesa» che ha coinvolto 28 ristoranti di Milano e i loro clienti, chiamati alla donazione...  Chi l’ha detto che i numeri non hanno un’anima? Sì, ce l’hanno, quando sono il volto di una presenza che cerca di andare al cuore della sfida. Come ha fatto la Chiesa cattolica, partecipando all’Expo sul tema Nutrire il pianeta, energia per la vita con un’originalità di proposta e una chiarezza di messaggio che hanno saputo farsi controcanto, voce critica, rispetto al mainstream  dell’evento. Così è stato fin dal 1° maggio, con papa Francesco a chiedere che il tema «così importante, così essenziale» di Expo fosse «sempre accompagnato dalla coscienza dei volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano». Così è stato col padiglione vaticano, promosso dal Pontificio Consiglio della cultura con la Cei e la diocesi di Milano, ispirato al duplice tema  Non di solo pane  e Dacci oggi il nostro pane,  con foto e video a mostrare il volto degli affamati di pane ma anche di pace, giustizia, vita, assieme alle esperienze di solidarietà promosse dalla Chiesa per rispondere a questa fame «plurale». Così è stato con l’edicola di Caritas Internationalis; il suo tema, Dividere per moltiplicare. Spezzare il pane; le sue provocazioni, come l’opera  Energia  di Wolf Vostell, monumentale Cadillac «abitata » da fucili e cinta da un muro di forme pane. Così è stato con la trama d’incontri, convegni, testimonianze, promosse da Caritas e Santa Sede (si pensi al National Day dell’11 giugno) ma anche da altre realtà (si pensi ai salesiani, in Expo con un padiglione tutto loro, Casa Don Bosco),  a confermare come la pluriformità nell’unità è dato costitutivo della Chiesa. Occasioni preziose per parlare di lotta alla fame, diritto al cibo, guerre dimenticate, migrazioni forzate,  landgrabbing, clima, sfruttamento del lavoro agricolo, paradossi del sistema alimentare, ma con parole che nascono dall’impegno sul campo – e illuminati dalla nuova enciclica del Papa, la Laudato si’. Se la Santa Sede ha partecipato come Paese espositore, Caritas non s’è lasciata sfuggire l’occasione di stare dentro la prima Expo aperta alla società civile. «Così abbiamo avuto la straordinaria opportunità di far arrivare la voce – se non la presenza fisica – dei poveri e degli affamati, svolgendo il ruolo di coscienza critica», scandisce Luciano Gualzetti, vicecommissario del padiglione vaticano e vicedirettore di Caritas Ambrosiana. Perché l’Expo oggi finisce. Ma la sfida della lotta contro la fame – contro ogni fame, d’ogni uomo, di tutto l’uomo – continua.
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