giovedì 20 giugno 2013
Le numerose segnalazioni dei cittadini arrivate al 117 hanno convinto la Guardia di Finanza a indagare e, quindi, a procedere con il sequestro dei locali e delle attrezzature.
LA RICERCA «Un giocatore su sette pensa al suicidio»
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«Negli ultimi tempi, c’è stato un forte aumento della presenza di questi centri scommesse sul territorio. E così, spinti anche dalle sollecitazioni di cittadini preoccupati, abbiamo approfondito le verifiche investigative per vederci chiaro. E sono emerse le irregolarità. Ora gli accertamenti proseguono, sia sul piano fiscale che su quello penale». Così il capitano della compagnia della Guardia di Finanza di Frosinone, Elena Galiberti, riassume l’avvio delle indagini che hanno portato all’esecuzione dell’operazione “Alea”, conclusasi ieri col sequestro di cinque centri scommesse abusivi operanti nel capoluogo ciociaro.Già un mese fa, nel centro storico di Sora, i finanzieri avevano scoperto e sequestrato un grosso punto scommesse irregolare, constatando anche la presenza di giocatori minorenni. A motivare le Fiamme gialle a proseguire nell’opera di setaccio sono state anche numerose telefonate giunte al 117 (il numero di pubblica utilità della Gdf), da parte di cittadini «preoccupati della diffusione di forme di gioco o scommesse illegali» in provincia. Così, gli investigatori hanno deciso di andare a fondo. «Abbiamo verificato – spiega il capitano Galiberti – la documentazione e le autorizzazioni di cinque centri per scommesse, ampiamente pubblicizzati e ben noti, scoprendo che facevano capo a bookmakers esteri non autorizzati a operare sul territorio italiano». Perché? «Intanto perché erano sprovvisti delle autorizzazioni dell’amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, coi quali non avevano neppure il necessario “collegamento”, evitando dunque di versare le dovute imposte». Una verifica coi colleghi della Polizia ha consentito inoltre di accertare che gli esercizi non disponevano neppure della necessaria autorizzazione del questore di Frosinone, che anzi ne aveva disposto la chiusura tempo prima, senza che il provvedimento venisse ottemperato. Eppure il giro d’affari doveva essere considerevole, visto che – affermano gli investigatori – «i centri controllati effettuavano tutte le operazioni connesse alla raccolta delle scommesse sportive», compreso «il pagamento di vincite in denaro». Ora i cinque centri sono finiti sotto sequestro, insieme a tutte le attrezzature e al denaro contante, frutto delle ultime giocate effettuate dagli avventori prima del blitz. E i responsabili, tutti del Frusinate, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria «per i reati di organizzazione ed esercizio abusivo di pubbliche scommesse sportive, esercizio del gioco d’azzardo e inosservanza del provvedimento disposto dall’Autorità di pubblica sicurezza. E le indagini proseguono anche per accertare eventuali legami con altre forme di criminalità, presenti sul territorio.
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