giovedì 5 agosto 2010
Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema del provvedimento, che ora va all'esame di Parlamento e Regioni. Entro dicembre l'ok definito. Soddisfazione dell'Anci, ma «senza troppa enfasi».
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Effetto a sorpresa finale per la cedolare secca sugli affitti, introdotta del decreto attuativo del federalismo fiscale municipale. Dopo un’altalena tra il 22% ed il 20% delle prime dichiarazioni al termine del Consiglio dei ministri, Roberto Calderoli parla di una limatura finale dell’aliquota al 20%, mentre in partenza era del 25. Ma in serata arriva la precisazione che, nonostante a Palazzo Chigi si sia deciso di abbassare l’aliquota rispetto al livello iniziale, al ministero dell’Economia si stava ancora conteggiando il livello possibile. Conclusione: oggi Giulio Tremonti, in conferenza stampa, comunicherà la decisione finale.È l’ultimo ritocco al provvedimento varato ieri dal Consiglio dei ministri, che contiene anche l’imposta unica sugli immobili (Imu). Mentre la cedolare secca partirà dall’inizio del prossimo anno, per l’Imu bisognerà attendere il 2014.Optare per la cedolare sarà una scelta del locatore dell’appartamento, che nel caso sarà esentato dal riportare l’affitto nell’Irpef e dal conseguente effetto sull’imposta (variabile in relazione alle sue aliquote). Gli saranno risparmiate anche imposta di registro e di bollo. Dure sanzioni sono previste per gli evasori e per chi dichiara importi inferiori.Di Imu, poi, ve ne saranno due: la "propria" e la "secondaria" che è facoltativa. La prima si applicherà solo sulle seconde case e su quelle di lusso. L’aliquota verrà fissata da un decreto del presidente del Consiglio, su indicazioni del ministro dell’Economia, entro il prossimo 30 novembre. Saranno poi i comuni ad aumentare o diminuire il prelievo dello 0,3%. L’Imu sostituisce, per la componente immobiliare, l’imposta sul reddito delle persone fisiche e le relative addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari relativi ai beni non locati, l’imposta di registro, l’imposta ipotecaria, l’imposta catastale, l’imposta di bollo, l’imposta sulle successioni e donazioni, le tasse ipotecarie, i tributi speciali catastali e l’imposta comunale sugli immobili. Sarà versata in quattro rate di pari importo con scadenze al 31 marzo, al 16 giugno, al 30 settembre e al 16 dicembre. Il contribuente potrà anche decidere di versarla in un’unica soluzione annuale da corrispondere entro il 16 giugno.L’Imu facoltativa non riguarderà gli immobili a uso abitativo. Sarà decisa sulla base di un referendum e potrà sostituire la tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, il canone di occupazione di spazi ed aree pubbliche, l’imposta comunale sulla pubblicità e i diritti sulle pubbliche affissioni, il canone per l’autorizzazione all’installazione dei mezzi pubblicitari, l’addizionale per l’integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza.L’aliquota sulla compravendita degli immobili sarà dell’8% sulle seconde case e del 2-3% sulle prime case. Il provvedimento approvato ieri a Palazzo Chigi passerà adesso in Conferenza Stato-regioni e in Parlamento per ottenere, poi, l’ok definitivo dal Consiglio dei ministri.Moltiplici e variegati i commenti dei sindaci, ma in una nota l’Anci, «senza dare troppa enfasi», sottolinea che il provvedimento rimette i municipi «in carreggiata». Tuttavia, si osserva, «non siamo ancora nel federalismo, perché la legge Calderoli ha ancora tanti pezzi che devono essere incastrati». «Si pianta l’albero storto dell’autonomia finanziaria dei comuni», lamenta però Stefano Fassina, responsabile Economia del Pd, per il quale le soluzioni individuate «in particolare la super-patrimoniale per imprese e famiglie, sono inaffidabili, inique e molto poco autonomiste».
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