domenica 30 gennaio 2022
Il deputato del Pd che ha tenuto viva l'ipotesi del Mattarella-bis quando i leader sembravano non considerarla: ma nessuno mi ha mai frenato
Stefano Ceccanti, deputato del Pd

Stefano Ceccanti, deputato del Pd

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L’opinione dominante è che non abbia vinto nessuno. In realtà un vincitore c’è. È Stefano Ceccanti, costituzionalista e deputato del Pd, che mesi fa ha iniziato, in solitaria, una tenace campagna stampa per il Mattarella-bis. Anche "sfidando" i reiterati «no» dello stesso capo dello Stato. «No, calma, calma – si schermisce anche se sopra la mascherina gli occhi esprimono la soddisfazione di chi l’ha spuntata –. I vincitori sono i tanti parlamentari che nei vari gruppi della maggioranza ci hanno creduto e hanno aiutato a far salire pian piano i voti al presidente Mattarella. Parlando a tu per tu, come si fa per le cose importanti. Siano stati davvero un "Parlamento", cioè un luogo dove ci si parla».

Ha mai incontrato ostacoli, impliciti o espliciti, alla sua iniziativa di raccogliere voti per Mattarella, anche quando l’indicazione di partito era la scheda bianca?ù

Direi il pessimismo di molti che ritenevano la rielezione magari giusta, ma a priori impossibile. È giusto essere pragmatici ma non iper realisti.

Neanche un’occhiataccia o un "vai, Stefano" dai vertici del suo partito?

I leader non hanno messo freni. Ma hanno individuato un metodo, quello dell’unanimità, che avrebbe difficilmente prodotto una soluzione senza un’iniziativa dal basso.

Fermo restando che il mandato è settennale, come sarà il bis di Mattarella rispetto a quello di Napolitano?

Non possiamo saperlo a priori, non è una questione di volontà soggettive, dipende dall’evoluzione del sistema dei partiti. Speriamo che esso sia tale da non obbligare il presidente a costanti interventi, altrimenti inevitabili.

Ovvero?

L’auspicio è che, in particolare sulla formazione dei governi, le forze politiche abbiano la capacità di esprimerli direttamente

Sarà ora necessario riformare la Carta per escludere definitivamente il bis?

Penso che quel testo vada discusso seriamente, è un utile contributo che è stato troppo facilmente archiviato.

Non teme che, dopo l’euforia per il salvataggio in calcio d’angolo, tra pochi mesi ci accorgeremo che il sistema istituzionale e politico si è indebolito?

Non possiamo stare troppo a lungo avendo tutte e due le variabili deboli: il sistema dei partiti e le regole istituzionali. Il Parlamento ha dato un grande segno di vitalità ma non dobbiamo cullarci sugli allori. Dobbiamo però procedere con lo stesso metodo di questi giorni, confidando sulla capacità di parlarci.

Si riferisce alle riforme istituzionali e alla legge elettorale?

L’evoluzione delle ultime ore ci dimostra che bisogna puntare di più sullo spostamento di varie funzioni sul Parlamento in seduta comune. Quanto alla legge elettorale, è prematuro parlarne prima della stabilizzazione del sistema dei partiti post-Quirinale.

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