giovedì 28 ottobre 2021
E a scuola (chiusa) si torna alla didattica a distanza: i salti e i singhiozzi non aiutano ma il futuro si costruisce anche quando tutto intorno è distruzione
Volontari al lavoro alla Caritas di Catania

Volontari al lavoro alla Caritas di Catania - Caritas

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Il nubifragio e le piogge torrenziali, che si sono abbattute su Catania e sulla Sicilia orientale, hanno colpito anche gli ultimi. Chi fa fatica a mettere insieme un pasto o una casa non ce l’ha. Associazioni e realtà del Terzo settore, come sempre e ancora di più in questi giorni di emergenza climatica, si sono rimboccate le maniche dinanzi alle esigenze di chi è nel bisogno o vi si è trovato improvvisamente.

Il Comune di Catania ha affidato alla Cooperativa Mosaico, Centro di Prossimità della Fondazione Èbbene, la cura delle persone senza dimora e di quelle che in questi giorni hanno perso tutto. Saranno accolti presso la struttura “Pala Spedini”.

«Si è messa in atto la macchina della solidarietà – afferma Claudia Pasqualino di Mosaico – per sostenere coloro che rischiano di pagare il prezzo più caro non avendo un’abitazione. Intercettati dalle varie unità di strada sono stati accolti nel palazzetto comunale presidiato dai volontari della Croce Rossa previo tampone; il luogo è stato dotato di letti e coperte, e si sta provvedendo anche con cucine da campo. Al momento si registrano 25 persone senza dimora accolte e 4 nuclei familiari che hanno subito danni alle case e non possono farvi rientro al momento, ma la situazione è in evoluzione».

Anche la Caritas Diocesana di Catania, tramite le sue strutture nei pressi della Stazione Centrale, è in campo per sostenere le persone senza dimora con la distribuzione eccezionale di coperte e di abbigliamento antipioggia. I Centri di Ascolto collaborano con la struttura di emergenza attivata dal Comune. Sono stati segnalati anche coloro che vivevano in abitazioni precarie e che si sono trovati con la casa allagata. Fino al permanere dell’emergenza, l’organismo diocesano fornirà i pasti e altri beni di prima necessità.

«Ci troviamo in una situazione di difficoltà – dice Salvo Pappalardo, responsabile attività della Caritas – e stiamo tentando di offrire il supporto possibile a fratelli e sorelle che stanno vivendo in una condizione più precaria del normale, perché senza casa o comunque in abitazioni di fortuna».

Dall’inizio dell’emergenza anche le scuole della città e molte della provincia sono rimaste chiuse, ma la scuola salesiana dell’Istituto San Francesco di Sales ha scelto subito di attivare la didattica a distanza come racconta il preside don Enzo Timpano: «La nostra scuola deve essere intesa come un percorso da fare insieme. In questo cammino le soste ci vogliono, ma non è altrettanto per i salti come in questo caso. Interrompere l’attività didattica e pensarla a singhiozzo fa perdere molto della nostra identità. Gli studenti raggiungono i risultati non tanto e non solo perché poi superano i test per l’università al primo tentativo, ma poiché con un percorso di accompagnamento costante diventano più consapevoli delle scelte per il futuro e delle potenzialità. E qui i salti ed i singhiozzi non aiutano».

E pure per gli studenti restare in cammino, seppur a distanza, ha un valore: «Per noi – testimonia Michela, studentessa del quinto ginnasio – è importante non mettere un freno all’apprendimento e al rapporto con i compagni e i docenti. Sì, non è bello ritornare in dad, e affiorano ricordi poco piacevoli, ma sappiamo cogliere al meglio questa occasione, ormai non più una novità. Con il nostro impegno e l’aiuto dei docenti costruiamo il futuro anche quando attorno vediamo immagini di distruzione».





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