sabato 11 agosto 2012
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​«La zona aveva bisogno di un presidio dello Stato, aldilà dell’accorpamento con il tribunale di Rossano e dell’aspetto economico per la costruzione in corso del nuovo tribunale che è costato quattordici milioni di euro, mentre un altro sarà speso per gli arredi». Il procuratore della Repubblica di Castrovillari, Franco Giacomantonio, è convinto della giustezza della scelta governativa di tenere in vita il tribunale della città del Pollino, che con la fusione di Rossano avrà giurisdizione su quasi tutta la Calabria settentrionale. Una zona omogenea dal punto di vista territoriale, economico e… criminale. Sino ad ora Castrovillari “curava” trentanove Comuni per un totale di circa 140 mila abitanti. In futuro le cifre raddoppieranno. Giacomantonio promuove la scelta anche per la necessità di sanare il vulnus subito dallo Stato in quest’angolo di Calabria, di cui, insiste il procuratore della Repubblica, «lo Stato si deve riappropriare». Attualmente il palazzo di giustizia di Castrovillari accoglie venti magistrati, cinque inquirenti (un procuratore e quattro sostituti) e quindici giudicanti. Diciannove sono invece in servizio a Rossano. Gicomantonio non si sbilancia sui tempi e i modi dell’integrazione tra i due tribunali. «Aspettiamo di leggere il decreto, quando sarà pubblicato, dopodiché ci saranno diciotto mesi per la completa attuazione. Ci risulta sia previsto che il tribunale possa restare nella struttura attuale - nota il procuratore - in attesa che il nuovo palazzo di giustizia sia completato».Oltre alla costosa costruzione del nuovo stabile e della particolare collocazione geografica di Castrovillari, e alla caparbia mobilitazione popolare che ha coinvolto anche il vescovo della diocesi di Cassano, Nunzio Galantino, un ruolo cruciale per il mantenimento del locale tribunale l’ha avuta l’alta produttività del palazzo di giustizia castrovillarese.
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