mercoledì 7 giugno 2017
Ancora irraggiungibile dopo i terremoti del 2016. La gente: «Siamo stati più che abbandonati. Dimenticati»
Castelluccio, il paese «fantasma» ancora senza strade / Video
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Quattro militari presidiano macerie e un paesino vuoto, dove nemmeno si potrebbe andare. Massacrato dai terremoti dello scorso anno, diciassette chilometri da Norcia, Castelluccio ancora è irraggiungibile su strade asfaltate. Ci siamo arrivati con una jeep, fuori strada, su ciottoli, fango e tratti che sono mulattiere, impiegando un'ora e un quarto.

«Nel cuore della Valnerina e all'interno del Parco nazionale dei Monti Sibillini» - si legge su www.bellaumbria.net -, Castelluccio «è un'emozione, un luogo magico dove uomo e natura si fondono e ritrovano la loro armonia». Era. Oggi ne rimane lo spettro.

La gente di Castelluccio cosa s'aspetta dallo Stato? «A questo punto, più niente. Almeno per quest'anno», dice Vincenzo Perla: «Dopo otto, nove mesi dal terremoto non è stato rimosso neanche un sassetto». Ogni giorno va e viene da Ascoli, «qui ho l'azienda agricola con le pecore, i terreni per la coltivazione della lenticchia, faccio il formaggio e la ricotta, ma adesso è tutto fermo».

Piove leggero. Non fa freddo. Silenzio. Solo soffi di vento e tristezza sfiorano quanto resta delle case. «Ci sentiamo abbandonati. Completamente», spiega Maria Luisa Trabalza: «Non è stato fatto praticamente niente». E Gilberto Brandimarte scuote la testa: «Molto abbandonati. Anzi, dimenticati». Eppure non hanno nessuna intenzione di abbandonare Castelluccio: «Impossibile - ribatte Perla -, qui c'è la vita nostra e dei nostri nonni e c''è anche il nostro reddito».

Maria Luisa aveva una trattoria in centro, vicino alla chiesa, dopo il terremoto ha comprato un camper, l'ha attrezzato e reso una sorta di trattoria con la quale lavora alle porte del paese. Ma riesce appena «ad andare avanti male», proprio perché a Castelluccio non può andare nessuno. E adesso il comune sta anche pensando se farla andar via: «Si vede che prima servivo e adesso non servo più», commenta amara. Anche lei fa novanta chilometri al giorno per venire e altrettanti per tornare.

Come pure Brandimarte: «Proviamo l'immenso disagio di non avere collegamenti. Vivo va Norcia e nonostante tutto devo fare questo tragitto ogni giorno per accudire i miei animali». Ha perso tutto, «la casa, il lavoro e poi l'assenza della strada è fondamentale». Nessuno qui ha dubbi, il primo problema è proprio questo: «Andrebbe costruita a breve una strada - dice sempre Brandimarte -. Per permettere a castelluccio di rivivere e ripartire».

Ma è la risposta di Maria Luisa a mettere i brividi, dopo averle chiesto cosa servirebbe per uscire da questa tragedia: «Iniziare a fare qualcosa». La pioggia ha smesso di cadere, non il vento triste di soffiare.

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