giovedì 3 settembre 2020
Nel 2018 il duplice omicidio del giovane giornalista e della fidanzata. La Procura ha fatto ricorso contro l'assoluzione del presunto committente. Il padre del reporter: disgustato
Omicidio Kuciak, condannato a 25 anni il killer. Ma il mandante non c'è
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Venticinque anni di carcere. È questa la condanna che ha stabilito il tribunale penale speciale di Pezinok, a nord est di Bratislava, per l'ex militare Tomas Szabo, il sicario giudicato colpevole di aver ucciso il giornalista investigativo slovacco Jan Kuciak e la sua fidanzata Martina Kusnirova.

Il reporter e la sua compagna vennero uccisi a colpi di arma da fuoco nella loro casa a Velka Maca, nei pressi di Trnava, il 21 febbraio del 2018 all'età di 27 anni. Il doppio omicidio scosse profondamente l'opinione pubblica in Slovacchia, portando a forti proteste di piazza che costrinsero l'allora premier Robert Fico a dimettersi.

Marian Kocner invece, un milionario uomo d'affari slovacco, è stato prosciolto dall'accusa di aver ordinato due anni fa l'omicidio di Kuciak e Kusnirova. Prosciolta anche Alena Zsuzsova, presunta intermediaria con gli assassini. "Il crimine è stato commesso ma non ci sono prove che i due imputati siano i mandanti dell'omicidio", ha detto la giudice Ruzena Sabova, presidente della Corte che ha pronunciato la sentenza di assoluzione. Kocner è stato poi condannato a pagare una multa di 5mila euro per possesso illegale di armi dopo che nella sua abitazione erano stati ritrovati 60 proiettili.

La notizia della non colpevolezza del presunto mandante ha sollevato un'ondata di critiche. Jozef Kuciak, il padre del giovane giornalista, si è detto disgustato dall'assoluzione annunciando l'impugnazione del giudizio che non è definitivo. "Dobbiamo tener duro, andiamo avanti", ha detto l'uomo secondo cui le prove raccolte erano sufficienti per poter condannare l'imprenditore Kocner. "Ho sempre creduto nella giustizia finora. Ma non finisce qui", ha commentato in lacrime la madre di Martina Kusnirova.

"Sembra che questa volta gli evidenti artefici dell'omicidio vogliano sfuggire alla giustizia", ha commentato su Facebook il premier slovacco Igor Matovic augurandosi che questo non accada.

Sulla sentenza è intervenuto anche il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovic. "C'è ancora molto lavoro da fare per garantire la giustizia e prevenire l'impunità", ha detto da Strasburgo sottolineando come questo sia "dovuto alle famiglie e ai colleghi di entrambe le vittime, ma anche all'intera società slovacca".

La presidente della Slovacchia, Zuzana Caputova, si è detta scioccata dalla sentenza. La vicepresidente della Commissione europea per i valori dell'Unione, Vera Jurova, su Twitter ha scritto che l'aspettativa che i responsabili dell'omicidio siano assicurati alla giustizia non è cambiata.

La Procura ha deciso di presentare ricorso alla Corte suprema contro l'assoluzione dell'imprenditore.

Secondo l'accusa, Kocner avrebbe infatti ordinato l'omicidio del giornalista per vendicarsi del fatto che Kuciak scrivesse sulle sue attività economiche. Il reporter aveva infatti già pubblicato nove articoli sull'imprenditore. Nel 2017 inoltre presentò una denuncia per presunte minacce accusando poi la polizia di non aver agito. Fu poi ucciso prima di pubblicare un articolo sulla corruzione e su presunti legami fra uomini politici slovacchi e la 'Ndrangheta.

Sul caso sono stati già pronunciati due verdetti. Alla fine del 2019 è stato condannato a 15 anni di reclusione Zoltan Andrusko, uno dei mediatori dell'omicidio che ha deciso di collaborare con la polizia. L'autore materiale e anche cugino di Szabo invece, il soldato Miroslav Marcek che l'accusa ha sostenuto fosse stato pagato da Kocner per l'esecuzione degli omicidi, è stato condannato a 23 anni dopo essersi dichiarato colpevole di aver sparato alla coppia.




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