mercoledì 31 maggio 2023
Il Comune accoglie le istanze dei comitati, dei Verdi e del centrodestra e modifica il progetto per la casa della Resistenza. Il sindaco Sala: tanti parlano ma pochi fanno
Il glicine della discordia in piazza Baiamonti a Milano

Il glicine della discordia in piazza Baiamonti a Milano - ANSA

COMMENTA E CONDIVIDI

Il glicine di Milano in piazza Baiamonti non sarà abbattuto e continuerà a vivere nel luogo dove cresce rigoglioso da circa 70 anni e dove nascerà il museo nazionale della Resistenza. Dopo mesi di polemiche e di mobilitazione dei cittadini, che hanno raccolto oltre 52mila firme per chiedere al Comune di Milano di non abbattare la storica pianta, è stata trovata una soluzione. Museo della Resistenza e piante conviveranno sulla stessa area, come era stato auspicato anche dall’Anpi nazionale.

Il progetto del museo della Resistenza, il cui edificio è firmato dagli architetti Herzog & De Meuron, verrà modificato nella sua parte esterna e le piante presenti nell’area saranno salvate quasi tutte, glicine in primis.

Il glicine sarà salvato «integralmente – ha affermato il sindaco Beppe Sala che ha incontrato gli esponenti delle associazioni e i cittadini del quartiere – verrà potato per permettere i lavori ma in un paio di anni tornerà esattamente come oggi. Poi ci sono cinque piante, quattro tigli e un bagolare, due tigli li possiamo salvare al 100%. Sugli altri si lavorerà». Oggi il Comune consegnerà l’area al ministero della Cultura e poi alla ditta che darà il via al cantiere, poi inizieranno gli scavi dove verranno protette le piante. Il Museo nazionale della Resistenza vedrà la luce nel 2026.

Nelle ultime settimane sono tanti i personaggi noti che hanno fatto sentire la loro voce per salvare dall’abbattimento il glicine di piazzale Baiamonti, dal cantante Elio, all’attore e scrittore Fabio Volo fino all’attore Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Lunedì c’era anche lui in piazza nell’ultima manifestazione organizzata per salvare la pianta e chiedere una modifica del progetto. «Forse è proprio questo glicine il simbolo della Resistenza», ha osservato Storti. La mobilitazione ha unito anche centrosinistra e centrodestra, dai Verdi, fino a Fratelli d’Italia e Forza Italia, è stato bipartisan il coro di politici che si sono schierati in difesa dello storico glicine e che oggi hanno espresso soddisfazione, così come le associazioni dei cittadini.

«Vittoria! Il glicine è salvo – ha commentato il capogruppo dei Verdi in Comune Carlo Monguzzi –. Dopo mesi di battaglie e di assurda resistenza del sindaco e di tutti gli assessori che volevano a tutti i costi abbattere gli alberi, ora il comune fa retromarcia e modifica il progetto come avevamo chiesto». Questa «è una vittoria per tutti i milanesi – ha spiegato l’assessore lombardo al Territorio e Sistemi verdi, oltre che consigliere comunale di Forza Italia, Gianluca Comazzi -, che così potranno continuare a godere di questo magnifico simbolo cittadino dal valore storico e culturale inestimabile”.

Ma per il sindaco Sala, in questa vicenda «tanti hanno parlato e pochi hanno fatto». «Sorrido un po’ – ha ribadito il sindaco Sala – nel vedere dai Verdi a Forza Italia festeggiare per il glicine che è stato salvato però me ne sono fatto una ragione. E la ragione è che viviamo in un mondo bizzarro in cui ormai in tantissimi commentano ma in pochi fanno le cose. Io sono pienamente parte della categoria di chi fa le cose, magari sbagliando ma le fa», Quello accaduto col il glicine «è frutto di un lavoro, nel senso che io ho parlato e ho agito quando sapevo che si poteva promettere una soluzione. La soluzione, sia chiaro, è di compromesso perché non è certo che riusciremo a salvare tutti gli alberi – ha concluso i sindaco –, ma credo che chi si è occupato di questa cosa e chi si è anche battuto per salvare il glicine abbia avuto la piena consapevolezza del nostro impegno».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: