martedì 31 gennaio 2023
Dopo l'informativa richiesta dalla premier Meloni nel Cdm di ieri, Palazzo Chigi sembra confermare la linea dura. In Parlamento esplode il caso per le parole di Donzelli sul Pd
Nordio: sul 41-bis decide la Cassazione

ANSA

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«Sull'applicazione del 41 bis» a Cospito «la magistratura è assolutamente sovrana e il ministero non può minimamente intervenire. Dobbiamo aspettare la decisione della Corte di Cassazione». All'indomani del Cdm in cui la premier Giorgia Meloni ha preteso un'informativa sul caso dell'anarchico detenuto al 41-bis e da più di tre mesi in sciopero della fame, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in conferenza stampa assieme ai colleghi degli Esteri e degli Interni, Antonio Tajani e Matteo Piantedosi, ha escluso un suo intervento diretto ribadendo la linea della fermezza. «Qualsiasi decisione attuale anche sulla richiesta di revoca - ha poi aggiunto - non può e non deve essere adottata se prima non riceviamo i pareri delle autorità giudiziarie». Nordio si è espresso anche sulla misura in senso generale, sostenendo che, allo stato attuale, il regime di carcere duro resta indispensabile.

Per il numero uno del Viminale, Piantedosi, lo Stato non può farsi condizionare, anche in considerazione «delle ricadute sull'ordine pubblico». «I fatti di questi giorni - ha proseguito - hanno imposto delle riflessioni in relazione al fatto di innalzare il livello di attenzione rispetto ad alcune effervescenze che si sono manifestate in maniera anche molto critica. Il rischio di ricompattamento di frange diverse dagli anarchici sicuramente c'è».

«Esiste un'internazionale anarchica che è mobilitata in questo momento contro l'Italia - ha fatto invece notare Tajani -. Ed è ovvio che c'è una solidarietà internazionale e l'attacco contro l'Italia viene effettuato in tutto il mondo».

Nel frattempo in Parlamento scoppia il caso dopo le parole del capogruppo alla Camera di Fdi, Giovanni Donzelli: «Cospito è un terrorista e lo rivendicava con orgoglio dal carcere - ha detto -. Incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando. Io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi». Dichiarazioni che hanno generato la reazione indignata del Pd che ha chiesto le scuse di Donzelli (non arrivate) e un intervento di Meloni.

A Donzelli hanno replicato anche i Radicali Italiani: «Siamo dalla parte dello Stato, per questo visitiamo le persone detenute e da anni ci occupiamo dei loro diritti - ha scritto in una nota il segretario Massimiliano Iervolino -. Incredibili le affermazioni del vicepresidente del Copasir secondo il quale andare in carcere a visitare le persone detenute, così come hanno fatto i deputati Pd con l'anarchico Cospito, non significa compiere un preciso dovere istituzionale ma essere conniventi con quelle persone, e quindi complici dei reati che hanno commesso».





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