domenica 28 marzo 2010
Trovate altre tracce. Cartello con scritte ingiuriose contro la comunità ecclesiale appeso ai muri esterni.
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Dopo il sottotetto, tocca al terzo piano. La canonica della chiesa parrocchiale della Santissima Trinità di Potenza - in un locale della quale, il 17 marzo scorso, è stato ritrovato il cadavere di Elisa Claps, la sedicenne scomparsa nel 1993 - è stata passata al setaccio dagli investigatori della polizia scientifica e dal gruppo di esperti dell’Istituto di medicina legale di Bari, guidati dall’anatomo-patologo Francesco Introna. I quali, martedì e mercoledì della prossima settimana, compiranno accertamenti negli spazi che ospitano il Centro culturale giovanile Newmann al terzo piano dello stabile, l’ultimo prima del terrazzo.Ieri è stato ancora esaminato il sottotetto, dove è stato trovato il cadavere. La scoperta del corpo, in realtà, sarebbe avvenuta già nel mese di gennaio ma non denunciata per una serie di circostanze al vaglio dei magistrati di Salerno che si occupano dell’inchiesta. Il sopralluogo di ieri è durato circa 4 ore. Vi hanno preso parte il sostituto procuratore salernitano Rosa Volpe, il professor Introna, gli avvocati Mario e Stefania Marinelli, legali di Danilo Restivo, unico indagato per omicidio, violenza sessuale e occultamento di cadavere, (e ora residente in Inghilterra) e i consulenti della difesa Sabrina Di Donato e Rocco Maglietta. Gli esami avrebbero permesso di rilevare tracce della ragazza risalenti probabilmente alla data dell’omicidio. Gli investigatori hanno utilizzato il luminol, un composto chimico indicato per rilevare il sangue e il "crime scope", una speciale lampada che permette di rilevare la presenza di elementi di decomposizione al suolo e che, attraverso le tracce organiche, potrà aiutare a stabilire anche se il corpo sia stato spostato in questi 17 anni. Impronte, terriccio e altro materiale prelevato saranno analizzati nei prossimi giorni. Gli inquirenti vogliono anche appurare se altre persone sono entrate nel sottotetto prima del 17 marzo. Un luogo che «Danilo Restivo non conosceva assolutamente», stando a quanto detto ieri dall’avvocato Mario Marinelli. «Danilo è sereno e tranquillo - ha aggiunto il legale -; conferma di essere innocente e di non sapere più nulla di Elisa Claps da quando l’aveva vista uscire dalla chiesa la mattina del 12 settembre 1993 (giorno della scomparsa, ndr)».Restivo, condannato per falsa testimonianza a due anni e otto mesi dalla Corte d’Appello di Potenza e indagato negli anni scorsi per un altro omicidio in Inghilterra, «frequentava saltuariamente il Centro Newmann: nel 1993 era già diplomato - ha specificato l’avvocato Marinelli -, non credo avesse motivo di frequentarlo. Non aveva cognizione né del terrazzo né del sottotetto e neanche della strada per raggiungere lo stesso terrazzo». Rispondendo ai giornalisti sui nuovi rilievi da compiere al Centro Newmann, Marinelli ha commentato: «È quasi lapalissiano che Elisa Claps sia stata uccisa lì. Ma dopo 17 anni di frequentazioni non so che cosa si potrà trovare». Secondo il professionista, inoltre, sugli abiti indossati dal suo assistito il 12 settembre 1993, «non c’era sangue ma un’altra cosa. Chi dice che fosse sangue dice una grandissima falsità».Del resto, proprio falsità e bugie di questa tragica vicenda stanno avvelenando il clima in una città che vuole solo verità e giustizia. E che farebbe volentieri a meno di generalizzate contestazioni violente e volgari contro la comunità ecclesiale; come quella contenuta in un manifesto apposto ieri mattina addirittura su un muro esterno laterale della chiesa della Santissima Trinità, costantemente presidiata dalla polizia. Il cartellone è stato rimosso solo dopo qualche ora.
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