venerdì 6 febbraio 2009
L’europarlamento chiede al Brasile: rispettate le sentenze della magistratura. La risoluzione votata a Strasburgo sostenuta dai gruppi del Ppe, Pse, dei liberal-democratici e della destra Europa delle Nazioni. L’aula semivuota: su 78 italiani solo 6 presenti.
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L’europarlamento si schiera con l’Italia per l’estradizione di Cesare Battisti, invita il Brasile a rispettare la sentenza della magistratura italiana e «confida che il riesame della decisione sull’estradizione terrà conto della sentenza emessa dall’Italia nel pieno rispetto dei principi di legalità su cui l’Unione europea si fonda». Così il parlamento dell’Ue si è espresso ieri con una risoluzione sostenuta dai gruppi del Ppe, del Pse, dei liberal-democratici (Alde) e della destra “Europa delle Nazioni”. I parlamentari hanno osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime del terrorista. L’esito del voto era scontato e la votazione si è svolta in un’aula semideserta: 46 voti a favore, nessuna astensione e otto contrari, dall’estrema sinistra. Da notare la presenza scarsissima di eurodeputati italiani: su 78 solo in 6 hanno votato. Il tono del documento è esplicito: la decisione del governo brasiliano di negare l’estradizione e di considerare Battisti un rifugiato politico, sostenendo "che il sistema giudiziario italiano non fornisce sufficienti garanzie per il rispetto dei diritti dei detenuti", è "una manifestazione di sfiducia nei confronti dell’Ue", Unione che è fondata sul rispetto dei diritti fondamentali e della legalità, incluso il rispetto dei diritti dei detenuti, principi "condivisi da tutti gli Stati membri". L’assemblea ricorda a Brasilia che lo status di rifugiato politico "deve rispondere alle norme del diritto internazionale" -non quindi a motivazioni confusamente politiche- e invita a "prendere una decisione basata sui principi comuni che il Brasile e l’Unione europea condividono".Nel testo non manca una messa in guardia dal rischio di incrinare l’insieme del partenariato UE-Brasile, fondato sul riconoscimento reciproco che da entrambe le parti vengono rispettati la legalità e i diritti fondamentali, compreso il diritto alla difesa e il diritto a un processo giusto ed equo. Nel dibattito che ha preceduto il voto, solo Carl Shlyter, svedese dei Verdi, ha parlato contro la risoluzione: senza entrare nel merito, semplicemente sostenendo che "non tocca ai parlamenti interferire con la giustizia". Gli altri oratori hanno fermamente condannato la decisione del governo brasiliano di negare l’estradizione (ma ora deve pronunciarsi la Corte suprema). "Da parte del Brasile si è trattato di un atto inspiegabile, gravissimo, che non può passare inosservato’, ha detto il vicepresidente dell’assemblea Mario Mauro (Fi), mentre Cristiana Muscardini (An) ha ripetuto che "terroristi pluriomicidi non possono trovare sponda in un Paese amico dell’Europa". "Con questo voto il parlamento rende omaggio alle vittime e alle loro famiglie, che da vent’anni attendono di veder riconosciuto il loro diritto fondamentale alla giustizia", ha sottolineato Roberta Angelilli (An). In una nota Giusto Catania (Prc) ha invece definito "velleitaria" la risoluzione, sostenendo che l’Ue non ha competenze in materia. Mario Borghezio (Lega) ha ribattuto che "è totalmente ipocrita nell’Ue chiamarsi fuori perché vi sono coinvolti due Paesi membri : l’Italia che ha pagato un duro prezzo nella lotta al terrorismo e la Francia che vi è coinvolta fino al collo grazie all’interessamento peloso della sinistra-caviale e probabilmente anche dei servizi segreti". E cosí anche nell’aula di Strasburgo -forse con l’imbarazzo di qualche eurodeputato francese- è stato ricordato un aspetto non piú troppo oscuro di una vicenda che ha visto Battisti prima accolto nella Francia del socialista François Mitterrand, poi nel 2006 formalmente privato della protezione del governo : ma messo in condizioni di fuggire in Brasile per sottrarsi all’estradizione verso l’Italia.
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