giovedì 25 maggio 2023
Dalla provincia di Udine alla Sardegna, cresce il network di piccole città a misura di bambini e genitori. Associazioni e amministratori locali a convegno per discutere di politiche familiari
Case ampie, parchi e meno tasse. Ecco i 156 Comuni amici della famiglia

Siciliani

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Sant’Antioco è una cittadina del sud della Sardegna. Sorta sui resti di Sulki, uno degli insediamenti più antichi del Mediterraneo, è abitata da poco più di diecimila anime. Forni di Sopra, in provincia di Udine, è uno dei più suggestivi paesi alpini d’Italia. Nocera Umbra è uno degli infiniti borghi di origine medievale dell’Umbria. Cene è grazioso paese di cinquemila abitanti, dislocato a una dozzina di chilometri da Bergamo.

Paesi tra loro lontani, con storie e vocazioni diverse. Ma destinati a conoscersi meglio, grazie al network dei Comuni amici della famiglia, cui hanno formalmente aderito la scorsa settimana.

Sono 156 i Comuni che stanno cercando di «importare» nella loro realtà locale il modello di politiche familiari adottato dalla provincia autonoma di Trento. Un «modello» che si sta diffondendo anche grazie all’associazionismo familiare e, in particolare, all’Associazione nazionale famiglie numerose, partner del progetto insieme all’amministrazione comunale di Alghero.

Luciano Malfer, dirigente generale per l’Agenzia della coesione sociale nella provincia autonoma di Trento e Mauro e Filomena Ledda, referenti del network, domenica scorsa, hanno reso partecipi gli associati di Anfn – riunitisi a Cagliari per approvare il bilancio associativo - sugli sviluppi della rete dei comuni family friendly. «Una rete – osserva con un pizzico di orgoglio Luciano Malfer – che ogni settimana si arricchisce di nuove maglie». L’adesione al network – spiega Malfer – consente ai Comuni di potersi fregiare del marchio «Network family in Italia», di conoscere le buone pratiche dei Comuni che potremmo definire family friendly, di accedere alla piattaforma di formazione a distanza.

Dei 156 Comuni che hanno aderito al network, una sessantina hanno adottato un vero e proprio piano comunale biennale di politiche familiari. Il loro sindaco ha avocato a sé la delega per le politiche familiari, divenute centrali nell’azione di governo cittadino. «E ogni iniziativa adottata dai singoli uffici passa al vaglio di una valutazione sull’impatto che può avere sulle famiglie. Valutazione che attraversa le stesse famiglie, organizzate in associazioni o distretti» dice Malfer.

Più parchi e centri aggregativi, anche all’aperto. Biblioteche e musei dotati di fasciatoi e sale relax, per favorirne l’utilizzo delle mamme con figli piccoli. Trasporti pubblici per tutte le tasche (paga il genitore, non i figli. L’alternativa? È che non salga sul bus nemmeno il genitore). “Sportelli famiglia”. L’adozione di un sistema di calcolo di contribuzione più equo rispetto all’Isee, quando c’è da chiedere ai nuclei familiari una compartecipazione rispetto ai servizi offerti. Case popolari più spaziose, dove possa trovare posto anche una famiglia numerosa. Incontri e occasioni di confronto tra genitori, insegnanti, educatori, nel segno dell’alleanza educativa.

«Sono centinaia le azioni adottate dai comuni aderenti alla rete per rendere le città a misura di famiglia » commenta Filomena Ledda. Alcuni enti, poi, adottano, piani di organizzazione family friendly, favorendo la conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi della famiglia. Ma quanto costa tutto questo?

«Aderire al network non comporta alcuno scostamento di bilancio. Comporta, piuttosto, riordinare ciò che già si fa e di fare tutto con mille attenzioni in più per rendere la città accogliente verso quelle coppie che decidono di mettere al mondo uno o più figli, accompagnandolo fino all’autonomia. Soprattutto i sindaci aderenti al network hanno capito che la famiglia non è un soggetto da ‘dirottare’ all’assessorato alle politiche sociali quando è in crisi. Ma è un soggetto da promuovere, alimentando il suo benessere ». Ad oggi le città che aderiscono alla “rete” sono abitate da circa quattro milioni di persone.

I sindaci e gli amministratori dei comuni amici della famiglia si ritroveranno proprio oggi a Palazzo dei Capitani, nel cuore medievale di Ascoli Piceno, per la loro sesta convention che ha per tema: “Le politiche comunali per il benessere della famiglia”.

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