sabato 22 ottobre 2022
Il grido di allarme del sindaco del Comune casertano, Natale: «Arrivano 17 milioni più altri 8-10 per i beni confiscati. Questi soldi possono attirare le mafie, è già successo
Una manifestazione per don Giuseppe Diana a Casal di Principe

Una manifestazione per don Giuseppe Diana a Casal di Principe - .

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Casal di Principe sono stati assegnati 17 milioni del Pnrr per la rigenerazione urbana e ne arriveranno altri 8-10 per il recupero dei beni confiscati alla camorra. Un ulteriore segnale concreto della rinascita della cittadina casertana da simbolo del potere del clan dei “casalesi” a esempio del riscatto dei veri casalesi. « Ma - avverte il sindaco Renato Natale - questa massa enorme di soldi, come avvenne per il terremoto del 1980, può attirare le mafie. È già successo. Io dichiaro la mia impotenza con i miei uffici a poter fronteggiare una situazione di questo tipo perché non ho personale, non ho risorse economiche per assumere altro personale e questo può esporci ancor più al rischio. E allora o dobbiamo rinunciare a tutte queste risorse, a fare opere importanti per la città, oppure navighiamo a vista e quello che succede succede. Ecco perché chi ha capacità tecniche e legislative da mettere in campo adotti soluzioni ma subito, altrimenti non facciamo in tempo ». E così Natale, amico di don Peppe Diana, il parroco ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994, fa un appello al governo perché arrivino fondi per nuove assunzioni e per l’istituzione di una task Force che aiuti l’amministrazione comunale nella verifica di appalti e lavori. Una richiesta legittima da chi come volontario dell’antimafia, medico degli immigrati e politico, è stato protagonista della resistenza vincente alla camorra e ora teme passi indietro.

I sindaco Renato Natale

I sindaco Renato Natale - .

A cosa serviranno i fondi del Pnrr?
Alla rigenerazione urbana, strade, fogne, luce, recupero dei quartieri. Poi abbattimento e ricostruzione di un edificio scolastico degli anni ’60, recupero delle case popolari, trasformazione di un immobile confiscato in edilizia economica e popolare. E ancora, interventi sullo stadio e la piscina comunale, efficientamento energetico del teatro comunale.

Ci sono poi i fondi per i beni confiscati. Voi ne state già utilizzando moltissimi, sia per le scuole che per cooperative sociali. Ora cosa volete fare?
In uno confiscato al boss Giuseppe Setola faremo edilizia economica e popolare, in altri un centro sociale, una biblioteca, housing sociale. Su un terreno confiscato a Dante Passarelli realizzeremo l’area per la fiera settimanale.

Ma perchè è preoccupato?
Abbiamo un fondo considerevole di risorse pubbliche che dobbiamo gestire e governare. Una manna di fondi, utile e necessaria, che mi consentirebbe di modificare il volto della città da un punto di vista urbanistico, delle infrastrutture che sono ancora fortemente carenti. Siamo stati capaci e fortunati perché gli uffici tecnici sono riusciti a non farsi sfuggire nessun bando e ancora stanno lavorando per bandi della Provincia e della Regione. Il problema è che gli uffici hanno preparato i piani di fattibilità ma poi bisogna fare la progettazione esecutiva, le gare d’appalto, la gestione degli interventi. Per tutto questo c’è la necessità di personale, anche qualificato, che riesca a seguirli. Ma io questo personale per poter controllare tutti i passaggi non ce l’ho. Ho già segnalato alla prefettura che vista la dimensione di tutti questi lavori e la scarsità di personale che ho negli uffici, non posso essere sicuro dei controlli. E così quelli che abbiamo cacciato dalla porta potrebbero poi rientrare in qualche modo dalla finestra. Solo sospetti? No. Nicola Schiavone, figlio del capo dei “casalesi” Francesco “Sandokan” e ora collaboratore di giustizia, ha rivelato che durante il periodo in cui governava al posto del padre l’organizzazione criminale, tutti gli interventi edilizi per il recupero dei beni confiscati di Casal di Principe in qualche modo erano gestiti da loro. Così il profitto dei lavori andava a chi era stato proprietario di quel bene: da un lato perdevano una cosa e la recuperavano dall’altro.

Lei parla di personale insufficiente. Quanto?
Nel 2014, all’inizio del mio primo mandato, il costo del personale del comune era di 3,4 milioni di euro, l’ultimo rilievo è ora di 1,6 milioni. Meno della metà e questo corrisponde alla metà del personale.

Ma perché si è arrivati a questa situazione?
Un dirigente dell’ufficio tecnico anche con l’indennità di responsabile riesce a raggiungere lo stipendio di 1.800 euro al mese. Una persona da chiamare, come prevede lo Stato, come consulente, prende circa 300 euro al giorno. Quindi il personale tecnico, con uno stipendio così scarso malgrado tante responsabilità, appena può si sposta nel privato e così i nostri uffici si stanno svuotando. Non ho possibilità di sostituzione perché ho bilanci molto ristretti anche per i costi energetici fortemente aumentati. Stiamo cercando di non andare in dissesto per queste spese, che sono aumentate di 2-3 volte.

Cosa chiede?
Il governo ci dovrebbe aiutare con risorse economiche per darci possibilità di assunzioni, con adeguate remunerazioni al personale. Invece di darmi un consulente datemi dei fondi che per tutto il processo del Pnrr al di là dello stipendio base preveda degli emolumenti in più.

Può fare qualche esempio?
I vigili urbani nel 2014 erano dieci ed erano già pochi, attualmente sono cinque dei quali due anziani che lavorano a scartamento ridotto. Con tre vigili dovrei fare il controllo del territorio per la “terra dei fuochi”, controllare l’abusivismo edilizio, problemi che non hanno Bergamo o Verona. Devo fare la lotta al randagismo, devo fare le notifiche del tribunale, le verifiche di residenza: attualmente ho cinquanta domande giacenti nell’ufficio anagrafe perché i vigili non riescono a stargli dietro, e dopo 45 giorni devo dare per forza il trasferimento di residenza, ma dietro ci possono essere vicende di interesse della magistratura o trucchi sul reddito di cittadinanza che io non riesco a controllare.

Ma ce la farete da soli?
No. Sarebbe necessaria e opportuna una task force con prefettura, questura, forze dell’ordine, Procura, per un controllo preventivo e successivo. Ma dobbiamo potenziare anche queste istituzioni per poter fare i controlli su tutte le aziende che si presentano, su chi è il vero proprietario, da dove vengono, se ci sono situazioni sospette. Certo tutto queste richiede uno sforzo notevole da parte dello Stato ma come c’è stato uno sforzo notevole per andarsi a prendere i soldi del Pnrr, una parte di quelle risorse dovrebbe essere utilizzata per fare in modo di evitare che le mafie possano ad andare a riprendere cose che avevamo tolto.

E allora?
Posso lanciare un grido d’allarme ma poi tocca al governo trovare una soluzione. Io ho un problema, a risolverlo devono essere altri. Sono andato in prefettura a spiegarlo. Ci siamo detti che bisognava studiare il Regolamento sulla legalità che esiste in provincia di Caserta dal 2008 per adeguarlo, ammodernarlo, integrarlo. Ma non so se potrà essere sufficiente per evitare gli affari della camorra. Ho messo sull’avviso anche perché non voglio che poi si dica che sono complice. Mi fido al cento per cento dei funzionari del mio Comune perché ci siamo liberati di chi poteva essere compromesso o si poteva compromettere, abbiamo personale professionalmente di qualità ma la situazione resta molto complessa e ad alto rischio.

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