martedì 6 aprile 2021
Dovranno verificare la correttezza dell'indagine. La Corte europea dei diritti umani: «Intercettare per conoscere le loro fonti è un grave abuso»
Giornalisti intercettati a Trapani, Cartabia incarica gli ispettori

Ansa

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Il Ministero della Giustizia ha aperto formalmente un fascicolo, sull’inchiesta della Procura di Trapani sulle Ong, nell’ambito della quale sono stati intercettati diversi giornalisti in contatto con proprie fonti riservate. Il ministro Marta Cartabia chiede all’ispettorato generale di "svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari, formulando all’esito valutazioni e proposte", dopo le notizie emerse con un’inchiesta del quotidiano “Domani”.

La Federazione nazionale della stampa (Fnsi) ha espresso gratitudine alla ministra: “Non basta dire che le intercettazioni saranno distrutte, bisogna chiarire e spiegare perché numerosi giornalisti non indagati per alcun reato sono stati sottoposti a intercettazione, calpestando l’articolo 21 della Costituzione e il diritto alla protezione delle fonti", ha detto Raffaele Lorusso, segretario della Fnsi intervenendo all’iniziativa online promossa con l’associazione Articolo21 e che ha visto la partecipazione di decine di migliaia di persone.

La violazione delle fonti dei giornalisti ha fatto scattare un “alert” della Piattaforma per la sicurezza dei giornalisti presso il Cosiglio d’Europa. Mentre Nik Williams, del network europeo per la tutela e la libertà della stampa (Ecpmf), ha ricordato nel corso dell’incontro promosso da Articolo 21 che “attaccare le fonti dei giornalisti vuol dire attaccare i giornalisti”. Ora si tratta di sapere “quante altri fonti sono a rischio, quanti altri giornalisti sono stati intercettati e - ha concluso Williams - quanto è diffuso questo modus investigativo e se vi è qualche ufficio centrale che archivia le intercettazioni dei reporter”.

Proprio oggi la Corte europea dei diritti dell’uomo si è espressa su un caso analogo, avvenuto in Ucraina, con una sentenza che obbliga le legislazioni dei Paesi europei ad adattarsi al verdetto. “L’accesso ai dati telefonici di una giornalista, deciso dalle autorità giudiziarie nazionali per individuare l’autore di un reato, è - spiega Marina Castellaneta, docente di Diritto Internazionale - una sicura violazione dell’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che assicura il diritto alla libertà di espressione, con particolare riguardo alla libertà di stampa”. Secondo la Corte di Strasburgo “le autorità inquirenti - aggiunge Castellaneta - non solo non possono chiedere al giornalista il nome della fonte, ma non possono neanche cercare di assumere indirettamente, con sequestro di materiale o intercettazioni, notizie per identificare le fonti”.

Anche per questa ragione la Fnsi si augura che la vicenda delle intercettazioni a Trapani possa dare essere da impulso “per il Parlamento italiano allo scopo di rivedere la normativa nel senso di dare più protezione alla libertà di stampa e rimuovere gli ostacoli e i bavagli: occorre non solo garantire la tutela delle fonti, ma anche contrastare le querele bavaglio e abolire la previsione del carcere per i giornalisti”.

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