mercoledì 3 luglio 2019
Salvini: sentenza vergognosa. Da Agrigento no anche all'espulsione della comandante: deve restare in Italia fino al 9 luglio, quando ci sarà un altro interrogatorio.
Ecco l'ordinanza che ha rimesso in libertà Carola Rackete
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Prima giornata in stato di libertà per Carola Rackete, la comandante della Sea Watch, che era stata arrestata sabato mattina dopo avere forzato l'alt della Gdf per attraccare al porto di Lampedusa. La giovane capitana tedesca ha trascorso la notte nell'appartamento del centro di Agrigento che la ospita dal suo arrivo della città dei Templi per l'udienza di convalida.

QUI IL TESTO DELL'ORDINANZA DEL GIP DI AGRIGENTO CHE HA RESPINTO L'ARRESTO DI CAROLA RACKETE

Negato il nulla osta per l'allontamento

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha annunciato nella tarda serata di martedì che è già pronto il decreto di espulsione per la donna, ma il 9 luglio Rackete si dovrà ripresentare in Procura ad Agrigento per l'interrogatorio che riguarda l'inchiesta parallela aperta nei suoi confronti per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Dunque la Procura di Agrigento ha negato il nulla-osta all'allontanamento dall'Italia fino al 9 luglio, giorno in cui la comandante della Sea Watch sarà interrogata dai pm che la indagano per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il provvedimento di allontanamento emesso ieri dal prefetto di Agrigento dovrà essere comunque convalidato dalla sezione specializzata del tribunale civile di Palermo, ma non sarà eseguibile fino a quando non arriverà il nulla-osta della Procura.

Il ministro Salvini contro i giudici

La decisione del Gip di Agrigento Alessandra Vella non è piaciuta al ministro dell'Interno Salvini, che in diretta Facebook ha detto: "Ho provato tanta rabbia. Una sentenza vergognosa e scandalosa. Qui qualcuno in maniera criminale e deliberata ha messo a rischio la vita di persone che stavano facendo il loro lavoro. Mi domando cosa bisogna fare in Italia per finire in galera".

Una pratica a tutela del gip di Agrigento è stata chiesta al Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli dai consiglieri togati del Csm, secondo i quali le dichiarazioni del ministro dell'interno, Matteo Salvini, "non si limitano a una critica, sempre legittima, del merito del provvedimento, ma costituiscono commenti sprezzanti che trascendono in insulti che alimentano un clima di delegittimazione ed odio nei confronti del Gip di Agrigento, come si evince dal tenore dei numerosi post di minacce e insulti pubblicati sui social nelle ultime ore". È quanto si legge nel documento a firma dei consiglieri togati del Csm, che sottolineano a palazzo dei Marescialli "l'esigenza dell'intervento del Consiglio a tutela dell'indipendenza ed autonomia della giurisdizione".

Sul contrasto tra Salvini e la magistrature è intervenuto il ministro alla Giustizia Alfonso Bonafede: "Non voglio entrare in polemica con il ministro Salvini, ma chiaramente l'autonomia e l'indipendenza della magistratura sono valori sanciti dalla nostra Costituzione, che vanno rispettati. Dal mio punto di vista ciascuno può essere d'accordo o meno con una decisione della magistratura, si possono fare anche delle critiche ci mancherebbe, secondo me non si dovrebbe però arrivare ad attaccare il singolo magistrato, parlando di togliesi la toga, di candidarsi in politica o no".

Minacce a Carola: trasferita "in un luogo sicuro"

Intanto Carola Rackete è stata trasferita nella notte dall'abitazione di Agrigento in cui era ospitata ed è stata portata "in un luogo sicuro", dopo che le sono state rivolte minacce. Lo ha riferito un portavoce dell'Ong tedesca, Ruben Neugebauer, da Berlino.





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