domenica 23 marzo 2014
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Manca la mo­netina? Ti ro­sicchi le un­ghie? Non sai come fare con il Gratta e vin­ci e la cosa ti fa aumentare proprio quell’angoscia che il giochino dovrebbe alleviar­ti? Rilassati, problema risol­to! In commercio da un an­no, e presente già in circa cinquemila rivendite, ecco Castorino, che con i suoi dentoni fa il lavoro sporco al posto tuo. 
Un’azienda di Se­sto Fiorentino s’è inventata una macchinetta che rosic­chia il biglietto e lo restitui­sce pulito e lindo privo di scorie. Il giocatore, in altre parole, deve fare un solo, u­nico, fondamentale sforzo: cacciare i soldi. Il rivendito­re (o la macchinetta distri­butrice) gli fornisce il bi­glietto, lui lo fa grattare al Ca­storino e il gioco è fatto.
Un «gioco nel gioco», sugge­risce esultante il sito dell’a­zienda toscana, che propo­ne la macchinetta, del peso di poco più di tre chili, com­pleta anche di espositore al­to 130 centimetri. Lo scheda tecnica («Io gratto, tu vinci») è un capolavoro. Castorino ha «un elegante color oro sa­tinato brillante» (oro, ovve­ro ricchezza) e va posiziona­to nel «corner» della ricevi­toria e l’inglese è necessario, perché nessun giocatore vorrebbe esser mandato «al­l’angolo ».
La scheda va inse­rita nel «pratico alloggia­mento » e qui avremmo da ri­dire per la ridondanza: quando mai un alloggia­mento non è pratico? La scheda viene restituita «per­fettamente ripulita» e la pol­verina rimane nel pratico cassetto: «Il gestore della ri­cevitoria non deve più cer­care il codice per la convali­da dei premi, non ha più pol­vere nel negozio e una mag­giore igiene anche per i bar che trattano alimenti», non più maltrattati quindi.
Buone notizie per i giocato­ri, specialmente se patologi­ci, alle prese con pacchi di schede. E cattive per alcuni nuovi profili professionali. Castorino toglie dal corner e mette all’angolo i grattatori professionisti, muniti di un­ghia ad artiglio o dentoni da castoro. I quali potrebbero però riciclarsi in pigiatori di pulsante di slot machine, in soccorso a casalinghe e sot­toccupati con il ditone an­chilosato dalle troppe gio­cate. Per la macchinetta pi­giatrice c’è tempo.
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